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Uomini grandi. Oggi sparutissimi; non così anticamente.

Great men. Today are rather haggard, not so in antiquity.

207,12 598,4

[207,2]  Oggidì è cosa molto ordinaria che un uomo veramente singolare e grande si distingua al di fuori per un volto o un occhio assai vivo, ma del resto per un corpo esilissimo e sparutissimo, e anche difettoso. Pope, Canova, Voltaire, {+Descartes, Pascal.} Tant'è: la grandezza appartenente all'ingegno non si può ottenere oggidì senza una continua azione logoratrice dell'anima sopra il corpo, della lama sopra il fodero. Non così anticamente, dove il genio e la grandezza era più naturale e spontanea, e con meno ostacoli a svilupparsi, oltre la minor forza della distruttrice cognizione del vero inseparabile oggidì dai grandi talenti, e il maggior esercizio del corpo riputato cosa nobile e necessaria, e come tale usato anche dalle persone di gran genio, come Socrate ec. E Chilone {uno de' sette savi} non credeva alieno dalla sapienza il consigliare come faceva, εὖ τὸ σῶμα ἀσκεῖν * (Laerz.), {e questo consiglio si trova registrato fra i documenti della sua sapienza.} In particolare poi quanto alla politica, oggidì l'uomo di stato si può dir che sia come l'uomo di lettere, sempre occupato alle insaluberrime fatiche del gabinetto. Ma nelle antiche repubbliche chi aspirava agli affari civili, e nella sua giovanezza fortificava necessariamente il corpo cogli esercizi la milizia ec. senza i quali sarebbe stato quasi infame; e lo stesso esercizio della politica era pieno di azione corporale, trattandosi di agire col popolo, clienti, impegni ec. ec. Così {anche} la vita di qualunque {altro} uomo di genio era sempre piena di azione nell'esercizio stesso delle sue facoltà.  208 Esempio ne può essere Omero, secondo quello che si racconta della sua vita, viaggi ec. {+Di Cicerone che tanto incredibilmente affaticò la mente e la penna, e che nacque di quell'ingegno e natura unica che ognun sa, niun dice che fosse di corpo, non che infermiccio, ma gracile, le quali qualità oggi s'hanno per segni caratteristici, e condizioni indispensabili de' talenti non pur sommi ma notabili, e massime di chi avesse coltivato e occupato tanto la mente negli studi letterari e nello scrivere, come Cic. anzi per una metà. Quel che dico di Cic. può dirsi di Platone, e di quasi tutti i grandissimi ingegni e laboriorissimi[laboriosissimi] letterati e scrittori antichi. V. però Plutarco Vita di Cic.} (11. Agosto 1820.) {{V. p. 233. capoverso 3..}}

[598,4]  At populo Romano nunquam ea copia fuit * , (praeclari ingenii scriptorum) quia prudentissimus quisque * (cioè, ceux qui avaient le plus de lumières, * Dureau-Delamalle, qual più saggio vi era, Alfieri) negotiosus maxume erat: ingenium nemo sine corpore exercebat * : (luogo degno di essere riportato qualunque volta io discorrerò di questa materia) optimus quisque facere quam dicere,  599 sua ab aliis benefacta laudari, quam ipse aliorum narrare, malebat * . Sallustio, Bell. Catilinar. c. 8. fine.