[3566,1] La prosa ebraica era dunque poetica per difetto e
mancamento, e perchè la lingua scarseggiava di voci. Non così la prosa francese,
la qual è {per lo più} poetica, mentre la lingua
abbonda di voci, come ho detto altrove pp. 373-75
pp.
2666-68
p. 2715. Ma essa prosa {è} poetica perchè la
lingua francese scarseggia, e si può dir, manca di voci poetiche, cioè di voci
antiche ed eleganti propriamente, cioè peregrine ec. E vedi il pensiero
antecedente p. 3564,1
con quello a cui esso si riferisce.
Le voci ebraiche sono tutte poetiche non appostatamente, nè perchè usate da'
poeti, nè perchè fatte ad esser poetiche e destinate all'uso della poesia, nè
perchè peregrine o per antichità, o per
3567
traslazione ec. ma per causa materiale ed estrinseca, e semplicemente perchè son
poche. E la lingua ebraica è tutta poetica materialmente, cioè semplicemente
perciocch'è povera. E lo stile e la prosa ebraica sono poetiche stante la
semplice povertà della lingua. Qualità comune a tutte le lingue ne' loro
principii, insieme colla conseguenza di tal qualità, cioè insieme coll'esser
poetiche. Non intendo però di escludere le altre ragioni non materiali che certo
anch'esse grandemente contribuirono a render poetica la lingua, stile e prosa
ebraica, cioè l'orientalismo e la somma antichità, del che vedi la pag. 3543. E questa seconda
condizione influisce altresì grandemente e produce l'effetto medesimo in
ciascun'altra lingua ne' di lei principii, in ciascuna lingua che conserva il
suo stato primitivo, in ciascun'altra lingua antichissima ec. Del resto la somma
forza e il sommo ardire che si ammira nelle espressioni della
Bibbia, e che si dà per un segno di divinità, {#1. (veggasi la p. citata qui sopra []p.
3543,2)} non proviene in gran parte d'altronde che da vera
impotenza e necessità, cioè da estrema povertà che obbliga a
3568 un estremo ardire nelle traslazioni e in qualsivoglia
applicazione di significati, a tirar le metafore di lontanissimo ec. (1.
Ottobre, giorno in cui s'intese la creazione del nuovo Papa. 1823.)