2. Dic. 1820.
[373,1] La poesia e la prosa francese si confondono insieme, e
la francia
non ha vera distinzione di prosa e di poesia, non solamente perchè il suo stile
poetico non è distinto dal prosaico, e perch'ella non ha vera lingua poetica, e
perchè anche relativamente alle cose, i suoi poeti (massime moderni) sono più
scrittori, e pensatori e filosofi che poeti, e perchè Voltaire p. e.
nell'Enriade, scrive con quello
stesso enjouement, con quello stesso esprit, con quella stess'aria di conversazione, con
quello stesso tour e giuoco di parole di frasi di
maniere e di sentimenti e sentenze, che adopra nelle sue prose: non solamente,
dico, per tutto questo, ma anche perchè la prosa francese, oramai è una specie
di poesia. Filosofi, oratori, scienziati, scrittori d'ogni sorta, non sanno
essere e non si chiamano eleganti, se non per uno stile enfatico, similitudini,
metafore, insomma stile continuamente poetico, e montato principalmente sul
tuono lirico. E ciò massimamente è accaduto dopo l'introduzione de' poemi in
prosa, siano poemi propriamente detti, siano romanzi, opere descrittive,
sentimentali ec. Ma
374 i francesi che si credono i soli
maestri e modelli e conservatori, e zelatori dello scriver classico a' tempi
moderni, non so in qual classico antico abbiano trovato questo costume, per cui
non si sa essere elegante nè eloquente, senza andare a quella perpetua, dirò
così, traslazione
{e μετεωρία}
{e concitazione} di stile, ch'è propria della poesia.
(L'eloquenza di Bossuet, è appunto di
questo tenore; tutta Biblica, tutta in un gergo di convenzione; e lo stile
biblico, e questo gergo forma l'eloquenza e l'eleganza ordinaria d'ogni sorta di
scrittori francesi oggidì.) Non mai sedatezza, non mai posatezza, non
semplicità, non familiarità. Non dico semplicità nè familiarità distintiva di
uno stile o di uno scrittore particolare, ma dico quella ch'è propria
universalmente e naturalmente della prosa, che non è uno scrivere ispirato. Osservino Cicerone, osservino gli scrittori più energici
dell'antichità, e mi dicano se c'è uomo così cieco che non distingua {subito} come quella è prosa non poesia; se ridotta
questa prosa in misura, avrebbe mai niente di comune colla poesia (come
accadrebbe nelle loro prose); se la prosa antica la più elegante, eloquente,
energica, consiste, o no, in uno stile separatissimo dal poetico. Anche i loro
scrittori de' buoni secoli, sebbene la lingua francese ha sempre inclinato a
questo difetto,
375 nondimeno hanno un gusto {e un sapore} di prosa molto maggiore e più distinto
(eccetto pochi), {hanno non dico austerità, neanche gravità
{nè verecondia} (pregi ignoti ai francesi) ma
pur tanta posatezza {+e
castigatezza} di stile quanta è indispensabile alla prosa:}
come la Sévigné, Mm̃e Lambert, Racine e Boileau nelle
prose, Pascal ec. Anzi letto Pascal, e passando ai filosofi e
pensatori moderni, si nota e sente il passaggio e la differenza in questo punto.
(2. Dic. 1820.)
{{V. p. 477. capoverso 1.}}