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23. Maggio 1823.

[2715,3]  Ho detto altrove pp. 787. sgg. che la lingua francese, povera di forme, è tuttavia ricchissima e sempre più si arricchisce di voci. Distinguo. La lingua francese è povera di sinonimi, ma ricchissima di voci denotanti ogni sorta di cose e di idee, e ogni menoma parte di ciascuna cosa e di ciascuna idea. Non può molto variare nella espressione d'una cosa medesima, ma può variamente esprimere le più varie e diverse cose. Il che non possiamo noi, benchè possiamo ridire  2716 in cento modi le cose dette. Ma certo è sempre varia quella scrittura che può esser sempre propria, perchè ad ogni nuova cosa che le occorre di significare, ha la sua parola diversa dalle altre per significarla. Anzi questa è la più vera, la più sostanziale, la più intima, la più importante, ed anche la più dilettevole varietà di lingua nelle scritture. E quelle scritte in una lingua soprabbondante di sinonimi, per lo più sono poco varie, perchè la troppa moltitudine delle voci fa che ciascheduno scrittore per significare ciaschedun oggetto, scelga fra le tante una sola o due parole al più, e questa si faccia familiare e l'adoperi ogni volta che le occorre di significare il medesimo oggetto; e così ciascheduno scrittore in quella lingua abbia il suo vocabolarietto diverso da quel degli altri, e limitato: come altrove ho detto pp. 244-45 pp. 2386-87 pp. 2397-400 pp. 2630-32 accadere agli scrittori greci ed italiani. E osservo che sebbene  2717 la lingua greca è molto più varia della latina, nondimeno per la detta ragione le scritture greche, massime quelle degli ottimi e originali, sono meno varie delle latine per ciò che spetta ai vocaboli e ai modi. (23. Maggio 1823.). {{V. p. 2755.}}