Contraddizioni necessarie e inevitabili nel sistema della vita civilizzata.
Contradictions, necessary and inevitable in the system of civilized life.
2337,2 2454,2 2686,1 3773,1[2337,2] Volete veder come sia naturale lo stato presente
dell'uomo? Anche quello dell'agricoltore che pur conserva, tanto più che gli
altri, della natura? L'uomo presente, e già da gran tempo, vuol latte vuol biade
per cibarsi, vino per dissetarsi, lana per vestirsi, vuole uova ec. ec. Ecco
seminagioni, vigne, pecore, capre, galline, buoi per arare ec. vacche per
partorirli, e per latte ec. Ma il capro nuoce anzi distrugge la vigna; così
fanno i buoi ed alla vigna e ad ogni albero da frutto se vi si lasciano
appressare; le greggi, e gli armenti, e il
2338 pollame
ec. sterminerebbero i seminati se non si avesse infinita cura d'impedirlo; il
pollame nuoce alle stalle delle greggi, e degli armenti; i danni del porco
sarebbero infiniti ai campi e al bestiame, se non vi si avesse l'occhio ec. ec.
Insomma i bisogni che l'uomo si è fabbricati, anche i più semplici, rurali, ed
universali, e propri anche della gente più volgare e men guasta, si
contraddicono, si nocciono scambievolmente; e la cura dell'uomo non dev'esser
solo di procacciare il necessario a questi bisogni con infiniti ostacoli, ma nel
provvedere all'uno, guardare assai, perchè quella provvisione nuoce ad un altro
bisogno ec. E pure è certo che più facilmente potremo annoverar le arene del
mare di quello che trovare una sola contraddizione in qualunque di quelle cose
che la natura ha veramente e manifestamente resa necessaria, o destinata all'uso
sì dell'uomo, come di qualunque animale, vegetabile ec. (8. Gen.
1822.). {{V. p.
2389.}}
[2454,2] Qual fosse l'opinione di Socrate, o di Senofonte, e anche degli altri antichi, circa quelle
arti e mestieri che da gran tempo si stimano e sono veramente necessarii all'uso
del viver civile, anzi parte, alimento ec. della civilizzazione, e che intanto
nocciono alla salute e al viver fisico, e in oltre all'animo, di chi gli
esercita, v. l'Econom. di Senofonte
cap. 4. §. 2. 3. (3. Giugno 1822.). {{e c.
6. §. 5. 6. 7.}}
[2686,1]
En
Europe le travail des mains déshonore. On
l'appelle travail méchanique. Celui même de labourer la terre y est le
plus méprisé de tous. Un artisan y est bien plus estimé qu'un
paysan.
*
loc. cit. pag. 136. Tutto l'opposto era fra gli
antichi, appresso i quali gli agricoltori e l'agricoltura erano in onore, e
l'arti manuali o meccaniche (αἱ βαναυσικαὶ τεχναί) e i professori delle medesime
erano infami. Vedi Cic.
de Offic. l. 1. e l'Economico di Senofonte, e quello attribuito già ad
Aristotele. (14.
Aprile 1823.).
[3773,1]
3773 Vogliono che l'uomo per natura sia più sociale di
tutti gli altri viventi. Io dico che lo è men di tutti, perchè avendo più
vitalità, ha più amor proprio, e quindi necessariamente ciascun individuo umano
ha più odio verso gli altri individui sì della sua specie sì dell'altre, secondo
i principii da me in più luoghi sviluppati p. 55
pp. 872. sgg.
pp.
1078-79
pp.
1083-84
pp.
2204-206
p.
2644
pp. 2736. sgg.
p.
3291. Or qual altra qualità è più antisociale, più esclusiva per sua
natura dello spirito di società, che l'amore estremo verso se stesso, l'appetito
estremo di tirar tutto a se, e l'odio estremo verso gli altri tutti? Questi
estremi si trovano tutti nell'uomo. Queste qualità sono naturalmente nell'uomo
in assai maggior grado che in alcun'altra specie di viventi. Egli occupa nella
natura terrestre il sommo grado per queste parti, siccome generalmente egli
tiene la sommità fra gli esseri terrestri.
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