23. Maggio 1821.
[1078,1] Altro esempio e conseguenza dell'odio nazionale
presso gli antichi. Ai tempi antichissimi, quando il mondo non era sì popolato,
che non si trovasse
1079 facilmente da cambiar sede, le
nazioni vinte, non solo perdevano libertà, proprietà ec. ma anche quel suolo che
calpestavano. E se non erano portate schiave; o tutte intere, o quella parte che
avanzava alla guerra, alla strage susseguente, e alla schiavitù, se n'andava in
esilio. E ciò tanto per volontà loro, non sopportando in nessun modo di obbedire
al vincitore, e volendo piuttosto mancar di tutto, e rinunziare ad ogni menoma
proprietà passata, che dipendere dallo straniero: parte per forza, giacchè il
vincitore occupava le terre e i paesi vinti non solo col governo e colle leggi,
non solo colla proprietà o de' campi o de' tributi ec. ma intieramente e
pienamente col venirci ad abitare, colle colonie ec. col mutare insomma nome e
natura al paese conquistato, spiantandone affatto la nazione vinta, e
trapiantandovi parte della vincitrice. Così accadde alla Frigia, ad Enea ec. o se non vogliamo credere
quello che se ne racconta, questo però dimostra qual fosse il costume di que'
tempi. (23. Maggio 1821.).