Aspettare, preso dal guardare.
To wait taken from to watch.
1106 1388 2779,1 3558,2 3722,1 4154,3Sperare per aspettare.
To hope used for to wait.
3571,2 4123,9[1105,3] Da adspicere (verbo
composto), participio,
1106
adspectus, i latini fecero adspectare. Ognuno può sentire la maggior durata dell'azione espressa
da adspectare rispetto a quella di adspicere.
Cunctaeque profundum
Pontum adspectabant flentes. *
dice Virgilio (Aen. 5. 614. seq.) delle donne Troiane solitarie sul lido Siciliano. Non avrebbe già in questo senso potuto dire adspiciebant. Così dal semplice di adspicere (cioè specere o spicere, verbo antico), participio spectus, fecero spectare. Azione evidentemente continuatissima perchè spectantur quelle cose che domandano lungo tempo ad essere o vedute o esaminate, come gli spettacoli ec., che non videntur, nè adspiciuntur (propriamente), ma spectantur {+(e notate che adspicere, e specere o spicere negli antichi, significano azione più lunga di intueri ec. ma adspectare e spectare anche più lunga di loro; e così respectare dal quale abbiamo rispettare che non è atto, ma abito, o azione abituale ec. e così gli altri composti di spectare). {{V. p. 2275. ed En. 6. 186. adspectans, e osservane la forza, e nota che poteva egualmente dire adspiciens.}}} Così dico dei derivati e composti di spectare, come appunto spectaculum, come exspectare azione continuata per sua natura, e che deriva da spectare, ed esprime quasi il guardare lungamente e da lontano, che fa talvolta quegli che aspetta, nello stessissimo modo che lo spagnuolo aguardar, aspettare. {{(v. se vuoi la p. 1388. fine.)}}
Cunctaeque profundum
Pontum adspectabant flentes. *
dice Virgilio (Aen. 5. 614. seq.) delle donne Troiane solitarie sul lido Siciliano. Non avrebbe già in questo senso potuto dire adspiciebant. Così dal semplice di adspicere (cioè specere o spicere, verbo antico), participio spectus, fecero spectare. Azione evidentemente continuatissima perchè spectantur quelle cose che domandano lungo tempo ad essere o vedute o esaminate, come gli spettacoli ec., che non videntur, nè adspiciuntur (propriamente), ma spectantur {+(e notate che adspicere, e specere o spicere negli antichi, significano azione più lunga di intueri ec. ma adspectare e spectare anche più lunga di loro; e così respectare dal quale abbiamo rispettare che non è atto, ma abito, o azione abituale ec. e così gli altri composti di spectare). {{V. p. 2275. ed En. 6. 186. adspectans, e osservane la forza, e nota che poteva egualmente dire adspiciens.}}} Così dico dei derivati e composti di spectare, come appunto spectaculum, come exspectare azione continuata per sua natura, e che deriva da spectare, ed esprime quasi il guardare lungamente e da lontano, che fa talvolta quegli che aspetta, nello stessissimo modo che lo spagnuolo aguardar, aspettare. {{(v. se vuoi la p. 1388. fine.)}}
[1388,1]
1388
Alla p. 1262. al
capoverso 1. Chiunque potesse attentamente osservare e scoprire le
origini ultime delle parole in qualsivoglia lingua, vedrebbe che non v'è azione
o idea umana, o cosa veruna la quale non cada precisamente sotto i sensi, che
sia stata espressa con parola originariamente applicata a lei stessa, e ideata
per lei. Tutte simili cose, oltre che non sono state denominate se non tardi,
quantunque fossero comunissime, usualissime e necessarie alla lingua, e alla
vita ec.; non hanno ricevuto il nome se non mediante metafore, similitudini ec.
prese dalle cose affatto sensibili, i cui nomi hanno servito in qualunque modo,
e con qualsivoglia modificazione di significato o di forma, ad esprimere {le} cose non sensibili; e spesso sono restati in
proprietà a queste ultime, perdendo il valor primitivo. Osservate p. e. l'azione
di aspettare. Ell'è affatto esteriore, e materiale, ma siccome non cade
precisamente sotto i sensi, perciò non è stata espressa nelle nostre lingue se
non per via di una metafora presa dal guardare, ch'è azione tutta sensibile.
V. la p. 1106. Bensì questa
metafora
1389 è poi divenuta parola propria, perdendo
il senso primitivo.
[2779,1] Alle osservazioni da me fatte circa il verbo expectare nel principio della mia teoria de' continuativi, aggiungi che anche in greco
δοκάζειν vale osservare o stare a
vedere
guardare, e nel medesimo tempo aspettare, onde προσδοκᾶν (13. Giugno 1823.).
[3558,2] Dalle cose altrove dette (nel principio della
3559
teoria de' continuativi
pp.
1105-106) intorno al verbo aspettare si può
dedurre con verisimiglianza che nel volgare latino aspecto
as avesse il significato che ha oggi in italiano, come l'ebbe in lat.
expecto; massime considerando il corrispondente
greco προς-δοκάω che letteralmente si renderebbe appunto ad-spectare, e lo spagn. a-guardar ec. Attendere
attendre per aspettare, è
traslazione fatta appunto nello stesso modo, cioè dalla significazione di osservare a quella di aspettare (e notate anche in attendere la
preposizione ad in conferma della sopraddetta
congettura); siccome all'incontro può
vedersi nel Forcell. un esempio di
Tacito, dove
aspectare è preso per attendo is (il che potrebbe anche in certo modo confermare
la stessa congettura). I quali dati possono farci ancora congetturare che attendere nel significato d'aspettare ch'egli ha nelle due lingue figlie ital. e franc. abbia la
sua origine nel volgare latino ec. V. il
Gloss. in aspectare, attendere ec. se ha nulla.
(30. Sett. 1823.).
[3722,1] Alle cose da me dette nella teoria de' continuativi (sul principio) ed altrove
p.
1106
p.
1388
p.
2779, circa il verbo exspectare ec. aggiungi
il franc. guetter che propriamente vuol dire osservare ec. e per metafora aspettare ec. (18. Ott. 1823.).
[4154,3]
To look for. - aspettare
(ad-spectare).
[3571,2]
Alla p. 3541.
Il primitivo e proprio significato di spes non fu già
lo sperare ma l'aspettare indeterminatamente al bene o al male. V. Forc. in Spes, Spero ec. {+
insperatus ec.}
Sveton. in Iul. Caes. c. 60. §.
1. e quivi il Pitisco, i
greci in ᾽Ελπίς, ἐλπίζω ec. gli spagn. in esperar,
{+inesperado ec.} ec. gl'it. in speranza, sperare ec. {+
insperato ec.} (oggi nel discorso civile non
mai, nella scrittura di rado, nel volgare e plebeo discorso {+conservatore perpetuo dell'antichità} spessissimo
e più frequentemente ancora che nelle nostre antiche scritture, si usa speranza, sperare ec. p. aspettare semplicemente {#1. anche ne' nostri antichi scrittori questo uso di sperare ec. non sembra esser che volgare.} e
anche per l'aspettativa determinata al
male, ossia il timore, ma in tal caso
non
3572 s'usa cred'io che negativamente, oppure non
vuole indicar propriamente il timore, ma solo l'aspettativa del male, benchè
questo naturalmente sia temibile: come in un autore spagnuolo, estavan esperando la muerte, non vuol dir che la
temessero, benchè certo la temevano, ma e' vuol dir solo che s'aspettavano di
dover morire, ed esperar ha riguardo alla semplice
opinione e giudizio del futuro, non al piacere o dispiacere che da tal giudizio
e opinione ci deriva, e al male o bene che dal futuro ci verrà {o si aspetta,}
{+ed al desiderio o nondesiderio e
avversazione del medesimo ec.} al che ha pur riguardo la voce timore ec. e la voce speranza ec. nel nostro senso, che vale aspettativa con piacere, con desiderio ec.
ec. {#1. Altrettanto dicasi del greco, lat.
spagn. franc. antico nelle quali lingue altresì sperare
{ec.} non istà mai propriamente per temere, come dicono, ancorchè sia detto di male,
ma solo per aspettare. V. Forcell. in Spero).}
Richelet in espérer ec. Il detto significato ch'è certamente il primitivo e
proprio di spes (e non quello che le dà il Forcellini) rende più probabile che spes sia voce delle primitive, perocchè l'aspettare, l'aspettativa è un'idea che dovette esser tra le prime
dinominate, e innanzi allo sperare ec. ch'è una specie dell'aspettare, e un'idea
troppo sottile e metafisica ec. ec. (1. Ott. 1823.).
[4123,9] Che gli uomini siano più inclinati al timore che
alla speranza, o provino almeno assai più spesso quello che questa, si può anche
dedurre dal considerar la grande abbondanza di parole che hanno le lingue
(almeno quelle che io conosco, e in particolare il greco, il latino lo spagnuolo
l'italiano e l'inglese) per esprimere il timore, il temere, {+lo intimorire, lo spaventoso, il timoroso, ec.} e
i suoi diversi gradi qualità ec. laddove esse lingue non hanno che una parola o
al più due per esprimere la speranza, {lo sperare ec.}
e queste stesse voci sono originariamente di significato comune anche al timore,
perchè significano solo l'aspettazione del futuro, e però anche del male, in
latino in greco, in italiano in ispagnuolo (anche nello spagnuolo moderno) e
credo anche in francese e forse pure in inglese antico, del che ho detto altrove
pp.
458-59
pp. 1303-304
pp. 2206-208
pp.
3433-35
pp. 3638-43
(21. Gennaio. 1825.).
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