10. Luglio 1821.
[1303,2] Altra prova che noi siamo più inclinati al timore
che alla speranza, è il vedere che noi {per lo più}
crediamo facilmente quello che temiamo, e difficilmente quello che desideriamo,
anche molto più verisimile. E poste due persone delle quali una tema, e l'altra
desideri una stessa cosa, quella la crede, e questa no. E se noi passiamo dal
temere una cosa al desiderarla, non sappiamo più {credere} quello che prima non sapevamo non credere,
1304 come mi è accaduto più volte. E poste due cose, o
contrarie o disparate, l'una desiderata, e l'altra temuta, e che abbiano lo
stesso fondamento per esser credute, la nostra credenza si determina per questa
e fugge da quella. Nell'esaminare i fondamenti di alcune proposizioni ch'io da
principio temeva che fossero vere, e poi lo desiderava, io li trovava da
principio fortissimi, e quindi insufficientissimi. (10. Luglio
1821.).