Navigation Settings

Manuscript Annotations:
interlinear {...}
inline {{...}}
attached +{...}
footnote #{...}
unattached {...}
Editorial Annotations:

Correction Normalization

[1044,2]  La rimembranza del piacere, si può paragonare alla speranza, e produce appresso a poco gli stessi effetti. Come la speranza, ella piace più del piacere; è assai più dolce il ricordarsi del bene (non mai provato, ma che in lontananza sembra di aver provato) che il goderne, come è più dolce lo sperarlo, perchè in lontananza sembra di poterlo gustare. La lontananza giova egualmente all'uomo nell'una e nell'altra situazione; e si può conchiudere che il peggior tempo della vita è quello del piacere, o del godimento. (13. Maggio 1821.).

[1521,2]  Il passato, a ricordarsene, è più bello del presente, come il futuro a immaginarlo.  1522 Perchè? Perchè il solo presente ha la sua vera forma nella concezione umana; è la sola immagine del vero: e tutto il vero è brutto. (18. Agos. 1821.).

[1777,2]  Quello che ci desta una folla di rimembranze dove il pensiero si confonda, è sempre piacevole. Ciò fanno le immagini de' poeti, le parole dette poetiche ec. fra le quali cose, è notabile che le immagini della vita domestica nella poesia, ne' romanzi, {+pitture ec. ec.} ec. riescono sempre piacevolissime, gratissime amenissime elegantissime e danno qualche bellezza, e ci riconciliano talvolta alle più sciocche composizioni, ed agli scrittori i più incapaci di ben presentarle. Così quelle della vita rustica  1778 ec. il cui grand'effetto deriva in gran parte dalla folla delle rimembranze o delle idee che producono, perocch'elle son cose comuni, a tutti note, ed appartenenti.

[1798,4]  Tanto è vero che l'effetto delle immagini campestri dipende in massima parte  1799 dalla copia delle rimembranze, che se tu descrivi p. e. un campo o raccolta ec. di legumi, non farai punto un effetto nè così vivo, nè così grande, nè piacevole, come descrivendo un campo di spighe, la messe, la vendemmia, ec. Perocchè quelle cose sono poco, {o certo meno} note, osservate, e familiari a coloro che leggono poesie ec.

[1827,2]  A quello che altrove ho detto pp. 1744-46 dell'effetto che fa nell'uomo la vista del cielo, si può aggiungere e paragonare quello del mare, delle egloghe piscatorie, e d'ogni sorta d'immagine presa dalla navigazione ec. Le idee relative al mare sono vaste, e piacevoli per questo motivo, ma non durevolmente, perchè mancano di due qualità, la varietà, e l'esser proprie e vicine alla nostra vita quotidiana, agli oggetti che ci circondano, alle nostre assuefazioni rimembranze ec. (dico di chi non è marinaio ec. di professione) ed anche alle nostri[nostre] cognizioni pratiche; giacchè la cognizione pratica,  1828 almeno in grosso, l'uso, l'esperienza, una tal quale familiarità con ciò che il poeta ha per le mani, è necessaria all'effetto delle immagini e sentimenti poetici ec.; ed è per questo che piace soprattutto nella poesia ciò che spetta al cuore umano (che è la cosa della quale abbiamo più cognizione pratica), siccome nella pittura, scultura ec. l'imitazione dell'uomo, delle sue passioni ec. (3. Ott. 1821.).

[1860,1]  Ho detto pp. 1548-51 che l'immaginazione può risorgere o durare anche ne' vecchi e disingannati. Aggiungo che l'immaginazione e il piacere che ne deriva, consistendo in gran parte nelle rimembranze, lo stesso aver perduto l'abito della continua immaginativa, contribuisce ad accrescere il piacere delle rimembranze, giacch'elle, se fossero presenti ed abituali, 1. non sarebbero, o sarebbero meno rimembranze, 2. non sarebbero così dilettevoli, perchè il presente non illude mai, bensì il lontano, e quanto è più lontano. Onde non è dubbio che le immagini della vita degli antichi, non riescano più dilettevoli a noi per cui sono rimembranze lontanissime, che agli stessi antichi per cui erano o presenze, o ricordanze poco lontane. Del resto la rimembranza quanto più è lontana, e meno abituale, tanto più innalza, stringe, addolora dolcemente, diletta  1861 l'anima, e fa più viva, energica, profonda, sensibile, e fruttuosa impressione, perch'essendo più lontana, è più sottoposta all'illusione; e non essendo abituale nè essa individualmente, nè nel suo genere, va esente dall'influenza dell'assuefazione che indebolisce ogni sensazione. Ciò che dico dell'immaginativa, si può applicare alla sensibilità. Certo è però che tali lontane rimembranze, quanto dolci, tanto separate dalla nostra vita presente, e di genere contrario a quello delle nostre sensazioni abituali, ispirando della poesia ec. non ponno ispirare che poesia malinconica, come è naturale, trattandosi di ciò che si è perduto; all'opposto degli antichi a cui tali immagini, poteano ben far minore effetto a causa dell'abitudine, ma erano sempre proprie, presenti, si rinnovavano tuttogiorno, nè mai si consideravano come cose perdute, o riconosciute per vane; quindi la loro poesia dovea esser lieta, come quella che verteva sopra dei beni e delle dolcezze da  1862 loro ancor possedute, e senza timore. (7. Ott. 1821.).

[1962,1]  Un des grands avantages des dialectes germaniques en poésie, c'est la variété et la beauté de leurs épithètes. L'allemand sous ce rapport aussi, peut se comparer au grec; l'on sent dans un seul  1963 mot plusieurs images, comme, dans la note fondamentale d'un accord, on entend les autres sons dont il est composé, ou comme de certains couleurs réveillent en nous la sensations de celles qui en dépendent. L'on ne dit en français que ce qu'on veut dire, et l'on ne voit point errer autour des paroles ces nuages à mille formes, qui entourent la poésie des langues du nord, et réveillent une foule de souvenirs. A la liberté de former une seule épithète de deux ou trois, se joint celle d'animer le langage en faisant avec les verbes des noms: * (proprietà egualmente del greco, dell'italiano, e dello spagnuolo) le vivre, le vouloir, le sentir, sont des expressions moins abstraites que la vie, la volonté, le sentiment; et tout ce qui tend à changer la pensée en action donne toujour plus de mouvement au style. La facilité de renverser à son gré la construction  1964 de la phrase * (ho detto altrove pp. 109-11 pp. 950-52 pp. 1226-28 che come le parole, così le frasi e costruzioni ec. possono esser termini, e che quella lingua che più abbonda di termini, {in pregiudizio delle parole,} suole per analogia esser matematica nella frase ec., e che la francese è tutta un gran termine) est aussi très-favorable à la poésie, et permet d'exciter, par les moyens variés de la versification, des impressions analogues à celles de la peinture et de la musique * . (impressioni vaghe.) Enfin l'esprit général des dialectes teutoniques, c'est l'indépendance: les écrivains cherchent avant tout à transmettre ce qu'il sentent; ils diroient volontiers à la poésie comme Héloïse à son amant: S'il y a un mot plus vrai, plus tendre, plus profond encore pour exprimer ce que j'éprouve, c'est celui-là que je veux choisir. Le souvenir des convenances de société poursuit en France le talent *  1965 jusques dans ses émotions les plus intimes; et la crainte du ridicule est l'épée de Damoclès, qu'aucune fête de l'imagination ne peut faire oublier. * De l'Allemagne, tome 1. 2.de part. ch. 9. vers la fin. (21. Ott. 1821.).

[1987,1]  Per la copia e la vivezza ec. delle rimembranze sono piacevolissime e e poeticissime tutte le imagini che tengono del fanciullesco, e tutto ciò che ce le desta (parole, frasi, poesie, pitture, imitazioni o realtà ec.). Nel che tengono il primo luogo gli antichi poeti, e fra questi Omero. Siccome le impressioni, così le ricordanze della fanciullezza in qualunque età, sono più vive che quelle di qualunque altra età. E son piacevoli per la loro vivezza, anche le ricordanze d'immagini e di cose che nella fanciullezza ci erano dolorose, o spaventose ec. E per la stessa ragione ci è piacevole nella vita anche la ricordanza dolorosa, e quando bene la cagion del dolore non sia passata, e quando pure la ricordanza lo cagioni o l'accresca, come nella morte de' nostri  1988 cari, il ricordarsi del passato ec. (25. Ott. 1821.).

[2645,2]  La storia greca, romana ed ebrea contengono le reminiscenze delle idee acquistate da ciascuno nella sua fanciullezza. Ciascun nome, ciascun fatto delle dette storie, e massime i principali e più noti ci richiamano idee quasi primitive per noi, e sono in certo modo legati alla storia della vita, e della fanciullezza  2646 massimente[massimamente], delle cognizioni, de' pensieri di ciascuno di noi. Quindi l'interesse che ispirano le dette storie, e loro parti, e tutto ciò che loro appartiene; interesse unico nel suo genere, come fu osservato da Chateaubriand (Génie ec.); interesse che non può esserci mai ispirato da verun'altra storia, sia anche più bella, varia, grande, e per se più importante delle sopraddette; sia anche più importante per noi, come le storie nazionali. Le suddette tre sono le più interessanti perchè sono le più note; perchè sono le più domestiche, familiari, pratiche, e quasi strette parenti di ciascun uomo civile e colto, ancorchè di patria diversissimo da queste tre nazioni. E perciò elle sono le più, anzi le sole, feconde di argomenti {storici} veramente propri d'epopea, di tragedia, ec.  2647 e all'interesse dei detti argomenti, massime nella poesia, non si può supplire in verun conto, nè con veruna industria, cavando argomenti {o dall'immaginazione, o} dalle altre storie, neppur dalle patrie. Aggiungasi alle tre dette storie, quella della guerra troiana, la quale interessa sommamente per le dette ragioni, anzi più delle altre tre, perchè i poemi d'Omero e di Virgilio, l'hanno resa più nota e familiare a ciascuno, che verun'altra, e perch'ella a cagione dei detti poemi, delle favole ec. è più legata alle ricordanze della nostra fanciullezza, che non sono la storia greca e romana, e neanche l'ebrea. Tutto ciò è relativo, e l'interesse delle dette storie non deriva particolarmente dalle loro proprie e intrinseche qualità, ma dalla circostanza estrinseca dell'essere le medesime familiari  2648 a ciascuno fin dalla sua fanciullezza; tolta la qual circostanza, che ben si potrebbe togliere, dipendendo dalla educazione ec., questo interesse o si confonderebbe e agguaglierebbe con quello delle altre storie, e argomenti storici, o sarebbe anche superato. (Roma. 25. Nov. 1822.).

[2685,2]  A noi pare bene spesso di provar del piacere dicendo, o fra noi stessi o con altri, che noi ne abbiamo provato. Tanto è vero che il piacere non può mai esser presente, e quantunque da ciò segua ch'esso non può neanche mai esser passato, tuttavia si può quasi dire ch'esso può piuttosto esser passato che presente. (Roma. 12. Aprile 1823.).

[3769,1]  Ho detto in questo discorso come sia necessario che il soggetto dell'epopea sia nazionale, e come dannoso sarebbe ch'ei fosse universale ec. (se non nel modo usato dal Tasso ec.). Ma per altra parte la nazionalità del soggetto limita, quanto a se, l'interesse e il grand'effetto del poema, a una sola nazione. Non v'è altro modo di ovviare a questo gran male (il qual fa ancora che i posteri, dopo le tante mutazioni politiche che cagiona il tempo, distruttore o cangiatore delle nazioni, o de' loro nomi, ch'è tutt'uno,  3770 e loro carattere nazionale ec. non considerino più quegli antichi, nè possano considerarli, come lor nazionali, e che a lungo andare, immancabilmente, non vi sia più nazione a cui quel poema sia nazionale), se non di costringere l'immaginazion de' lettori qualunque a persuaderli di esser compatrioti e contemporanei de' personaggi del poeta, a trasportarli in quella nazione e in quei tempi ec. Illusione conforme a quella che deono proccurare i drammatici ec. Or tra tutti gli epici quel che meglio l'ha proccurata si è Omero nell'iliade, siccome fra tutti gli storici Livio. Vero è che questo viene in grandissima parte da quelle tante cagioni altrove da me esposte pp. 3125. sgg., le quali fanno che tutte le nazioni civili in tutti i tempi sieno {state e sieno per essere} connazionali e contemporanee de' troiani, greci {antichi} romani {antichi} ed ebrei {antichi.} Infatti dopo l'iliade, il poema epico che meglio proccura la detta illusione universale, si è l'Eneide, perchè di soggetto troiano e romano. Ma vero è ancora che, massime quanto ai troiani, le dette cagioni si riducono alla sola iliade (ed all'Eneide),  3771 onde l'illusione ch'essa proccura, non viene da cause a lei affatto estrinseche, anzi l'iliade è tanto più mirabile quanto essa sola, o essa principalmente (cioè aiutata dall'Eneide ec.), ha potuto rendere {e rende} tutti gli uomini civili d'ogni nazione e tempo compatrioti e contemporanei de' troiani. Questo ella consegue mediante le reminiscenze della fanciullezza ec. le quali l'accompagnano perchè sin da fanciulli conosciamo l'iliade, o i fatti da essa narrati e inventati, e la mitologia in essa contenuta, ec. e le prime nozioni della mitologia che apprendiamo, sono strettamente legate e in {buona} parte composte delle invenzioni d'Omero ec. ec. Ma tutto questo non sarebbe {nè sarebbe stato} se l'iliade non fosse sempre stata così celebre. Nè così celebre sarebbe stata sempre senza il suo sommo merito. Vero è che questo non ha che fare in particolare colla condotta ec. ec. (25. Ott. 1823.).

[3952,1]   3952 Dal detto altrove pp. 109-11 pp. 1234-36 pp. 1701-706 circa le idee concomitanti annesse alla significazione o anche al suono stesso e ad altre qualità delle parole, le quali idee hanno tanta parte nell'effetto, massimamente poetico ovvero oratorio ec., delle scritture, ne risulta che necessariamente l'effetto d'una stessa poesia, orazione, verso, frase, espressione, parte qualunque, maggiore o minore, di scrittura, è, massime quanto al poetico, infinitamente vario, secondo gli uditori o lettori, e secondo le occasioni e circostanze anche passeggere e mutabili in cui ciascuno di questi si trova. Perocchè quelle idee concomitanti, indipendentemente ancora affatto dalla parola o frase per se, sono differentissime per mille rispetti, secondo le dette differenze appartenenti alle persone. Siccome anche gli effetti poetici {ec.} di mille altre cose, anzi forse di tutte le cose, variano infinitamente secondo la varietà e delle persone e delle circostanze loro, abituali o passeggere o qualunque. Per es. una medesima scena della natura diversissime sorte d'impressioni può produrre e produce negli spettatori secondo le dette differenze; come dire se quel luogo è natio, e quella scena collegata colle reminiscenze dell'infanzia ec. ec. se lo spettatore si trova in istato di tale o tal passione, ec. ec. E molte volte non produce impressione alcuna in un tale, al tempo stesso che in un altro la fa grandissima. Così discorrasi delle parole e dello stile che n'è composto e ne risulta, e sue qualità e differenze ec. e questa similitudine è molto a proposito.

[4286,6]  Memorie della mia vita. Cangiando spesse volte il luogo della mia dimora, e fermandomi dove più dove meno o mesi o anni, m'avvidi che io non mi trovava mai contento, mai nel mio centro, mai naturalizzato in luogo alcuno, comunque per altro ottimo, finattantochè io non aveva delle rimembranze da attaccare a quel tal luogo, alle stanze dove io dimorava, alle vie, alle case che io frequentava; le quali rimembranze non consistevano in altro che in poter dire: qui fui tanto tempo fa; qui, tanti mesi sono, feci, vidi, udii la tal cosa; cosa che del resto non sarà stata di alcun momento; ma la ricordanza, il potermene ricordare, me la rendeva importante e dolce. Ed è manifesto che questa facoltà e copia di ricordanze annesse ai luoghi abitati da me, io non poteva averla se non con successo di tempo, e col tempo non mi poteva mancare. Però io era sempre tristo in qualunque luogo nei primi mesi, e coll'andar del tempo mi trovava  4287 sempre divenuto contento ed affezionato a qualunque luogo. (Firenze. 23. Luglio. 1827.). {{Colla rimembranza, egli mi diveniva quasi il luogo natio.}}

Related Themes

Piacere (Teoria del). (1827) (9)
Memorie della mia vita. (pnr) (8)
Vago. Piacere del vago o indefinito. (1827) (6)
Teorica delle arti, lettere ec. Parte pratica, storica ec. (pnr) (6)
Romanticismo. (1827) (5)
Idee concomitanti alle principali, nel significato delle parole. (1827) (3)
Stile. Può esso solo costituir poesia; e per avere semplicemente stile poetico, bisogna essere vero poeta. (1827) (3)
Voci e frasi piacevoli e poetiche assolutamente, per l'infinito o indefinito del loro significato, ec. (1827) (3)
Fanciullezza. Immaginazione dei fanciulli ec. (1827) (3)
Trattato delle passioni, qualità umane ec. (pnr) (2)
. (1827) (2)
Teorica delle arti, lettere ec. Parte speculativa. (pnr) (2)
Storia ebraica, troiana, greca e romana. (1827) (2)
Lingue. (pnr) (2)
(b) Pensieri isolati filosofici. (danno) (2)
Speranza. (1827) (2)
Varietà. (1827) (1)
Immaginazione e sentimento. (1827) (1)
Malinconia. (1827) (1)
Poesia d'immaginazione, e poesia di sentimento. (1827) (1)
Antichi. (1827) (1)
Vecchiezza. (1827) (1)
Carattere, lingua ec. ec. (1827) (1)
Greci. Loro lingua, letteratura, carattere ec. ec. (1827) (1)
Tedeschi. Loro lingua, letteratura, carattere ec. ec. (1827) (1)
Educazione. Insegnamento. (1827) (1)
Epopea. (1827) (1)
Mitologia greca. (1827) (1)
Gloria. Fama. (1827) (1)
Gusti diversi. Buon gusto, cattivo gusto, ec. (1827) (1)
Illusioni. (1827) (1)
Arte dello stile in che consista. (1827) (1)
Sua difficoltà. (1827) (1)
Suo effetto, sostanzialmente vario ne' diversi lettori. (1827) (1)
Voci proprie e particolari di ciascuna lingua, che paiono sinonime d'altre voci di altre lingue, e nol sono. (1827) (1)
Francesi. (1827) (1)
Manuale di filosofia pratica. (pnr) (1)