«7. Dec. Vigilia della Concezione. 1823.8. Dec. Festa della Concezione Immacolata di Maria Vergine Santissima. 1823.»
7. Dec. 1823.
[3952,1]
3952 Dal detto altrove [pp. 109-11]
pp. 1234-36
pp. 1701-706 circa le
idee concomitanti annesse alla significazione o anche al suono stesso e ad altre
qualità delle parole, le quali idee hanno tanta parte nell'effetto, massimamente
poetico ovvero oratorio ec., delle scritture, ne risulta che necessariamente
l'effetto d'una stessa poesia, orazione, verso, frase, espressione, parte
qualunque, maggiore o minore, di scrittura, è, massime quanto al poetico,
infinitamente vario, secondo gli uditori o lettori, e secondo le occasioni e
circostanze anche passeggere e mutabili in cui ciascuno di questi si trova.
Perocchè quelle idee concomitanti, indipendentemente ancora affatto dalla parola
o frase per se, sono differentissime per mille rispetti, secondo le dette
differenze appartenenti alle persone. Siccome anche gli effetti poetici {ec.} di mille altre cose, anzi forse di tutte le cose,
variano infinitamente secondo la varietà e delle persone e delle circostanze
loro, abituali o passeggere o qualunque. Per es. una medesima scena della natura
diversissime sorte d'impressioni può produrre e produce negli spettatori secondo
le dette differenze; come dire se quel luogo è natio, e quella scena collegata
colle reminiscenze dell'infanzia ec. ec. se lo spettatore si trova in istato di
tale o tal passione, ec. ec. E molte volte non produce impressione alcuna in un
tale, al tempo stesso che in un altro la fa grandissima. Così discorrasi delle
parole e dello stile che n'è composto e ne risulta, e sue qualità e differenze
ec. e questa similitudine è molto a proposito.
[3953,1]
3953 Queste osservazioni si applichino al detto da me
altrove [pp. 227-28]
pp. 2233-36 sopra quanto
debba naturalmente esser diverso il giudizio degli uomini circa il pregio ec.
delle scritture, siccome è naturalmente diversissimo l'effetto loro (anche
lasciando affatto da parte l'invidia {l'ignoranza} e
cose tali che variano o falsificano i giudizi per colpa umana, sebbene anch'esse
inevitabili e naturali); e quanto la fama degli scritti, scrittori, stili ec.
dipenda dalle circostanze, e da infinite {e
diversississime} circostanze, e combinazioni di circostanze. L'arte
dello scrittore si riduce e deve ridurre a osservar qual effetto
qual[quali] idee, appresso a poco ed in
grosso e confusamente parlando, producano o sogliano produrre tali o tali parole
e combinazioni e usi loro nel più degli uomini o de' nazionali generalmente
considerati, nel più delle circostanze di ciascheduno e nelle più ordinarie, per
natura o per gli abiti più invalsi ec. ec. E gli scritti, scrittori e stili che
sono in maggior fama e pregio, son quelli che meglio e più felicemente hanno
osservato le dette cose e regolatisi secondo le dette osservazioni e saputo
trarne vantaggio ed applicarle all'uso e conformarvi i loro modi di scrivere;
non quelli che a tutti, neanche a' nazionali, in ogni tempo e circostanza loro,
piacciono e producono lo stesso effetto, e nello stesso grado, o pur solamente
producono effetto qualunque, o una stessa sorte di effetto; chè tutto questo è
impossibile ad uomo nato e di niuno o poeta o scrittore ec. libro, stile ec. si
verifica, nè è per verificarsi mai,
3954 nè mai si
verificò.
[3954,1] Si applichino eziandio le dette osservazioni alla
difficoltà o impossibilità di ben tradurre, a ciò che perde un libro nelle
traduzioni le meglio fatte, all'assoluta impossibilità, e contradizione ne'
termini, dell'esistenza di una traduzione
perfetta, massime in riguardo ai libri il cui principal pregio, o tutto
il pregio o buona parte spetti allo stile, all'estrinseco, alle parole ec. o col
cui effetto queste sieno particolarmente ed essenzialmente legate ec., come
debbono esser necessariamente più o meno tutti i libri di vera poesia in verso o
in prosa ec. ec. (7. Dec. 1823.). - Si estendano ancora le dette
osservazioni alla diversità delle idee concomitanti di una stessa parola ec. e
quindi dell'effetto di una stessa scrittura ec. secondo i tempi, e le nazioni, i
forestieri o nazionali, posteri più o meno remoti, o contemporanei ec. E quindi
alla poca durevolezza ed estensione possibile della
fama e stima di una scrittura per {ottima} ch'ella sia,
almeno dello stesso grado e qualità di fama e stima, e del giudizio di essa ec.,
massime essendo impossibili le traduzioni perfette, o dall'antico nel moderno, o
d'uno in altro moderno ec., come di sopra. E le differenze occasionate ne'
lettori da quelle de' tempi, costumi, climi, luoghi ec. ec. ec. (7. Dec.
1823.).