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Spirito denso de' Greci cangiato in s.

Rough breathing in Greek changed into s.

109,2 983,34 1276,1 2143,1 2195,1 2329,1 2889,1 3071,1 3815,3 4035,4 4154,1 4172,12 4182,1 4196,4 4208,3 4234,1 4243,4 4245,8 4255,4 4265,3

[109,2]  Da ἕρπω serpo, da ἅλς sal, da ἅλλω salio e salto (ora non si trova altro che ἅλλομαι), da ἡμι- semi- (onde forse i francesi demi). {da ὕδωρ sudor benchè con altro significato.}

[983,4]  Che il verbo latino serpo sia lo stesso che il greco ἕρπω, è cosa evidente, {come pure i derivati, serpyllum etc.} Ma che gli antichi latini, e successivamente il volgo latino, usassero ancora, almeno in composizione, lo stesso verbo senza la  984 s, come in greco, lo raccolgo dal verbo neutro italiano inerpicare o innerpicare che significa appunto lo stesso che il greco ἀνέρπω, composto di ἕρπω, cioè sursum repo, come anche ἀνερπύζω. (Del verbo ἀνέρπω non ha esempio lo Scapula, ma lo spiega sursum repo. Ve n'è però esempio in Arriano, Expedit. l. 6. c. 10. sect. 6. e nell'indice è spiegato sursum serpo.) Il qual verbo siccome non ha radice veruna nella nostra lingua, nè nella latina conosciuta, così l'ha evidentissima nel detto verbo ἕρπω, dal quale non può esser derivato, se non mediante il latino, cioè mediante l'uso del volgo romano, {differente in questo dagli scrittori.} (25. Aprile 1821.).

[1276,1]   1276 Voglio portare in conferma di ciò un altro esempio, oltre ai già riferiti, per mostrare quanto giovino i lumi archeologici alla ricerca delle antichissime radici. Silva è radice in latino, cioè non {nasce} da verun'altra parola latina {conosciuta.} Osservate però quanto ella sia mutata dalla sua vecchia {e forse prima} forma. ῞Yλη è lo stesso che silva per consenso di quasi tutti gli etimologi. Or come la parola latina ha una s e un v davantaggio che la greca? Quanto alla s vedi quello che ho notato altrove p. 1127, vedi Jul. Pontedera Antiquitt. Latinn. Graecarumq. Enarrationes atque Emendatt. Epist. 2. Patav. Typis Seminar. 1740. p. 18. (le due prime epistole meritano di esser lette in questi propositi archeologici della lingua latina) ed ella è cosa già nota agli eruditi. {+Nelle stesse antiche iscrizioni greche si trova sovente il sigma innanzi alle parole comincianti per vocale, in luogo dell'aspirazione. Anzi questa scrittura s'è conservata in parecchie delle stesse voci greche, (come nelle latine): p. e. σῦκον pronunziavasi da principio ὗκον o ὖκον coll'aspirazione aspra o dolce, giacchè gli Eoli ne fecero Ⅎῦκον e i latini ficus. V. l'Encyclop. in S.} Quanto al v ecco com'io la discorro.

[2143,1]  Il latino sisto è parimente lo stesso che ἱστάω, o ἱστῶ (che pur si dice, in vece d'ἵστημι, ed è il medesimo verbo) ed ha tutti due i significati di questo verbo cioè il neutro corrispondente a stare, e l'attivo corrispondente a statuere, o a retinere ec. I quali due significati pare che fossero egualmente propri di στάω, che noi deriviamo qui dal latino sto. Del resto sisto ha la s in luogo dello spirito denso di ἱστῶ; qual  2144 però de' due sia anteriore all'altro, se il greco o il latino, questo non si può decidere, giacchè tutti due sono assolutamente una sola cosa, tanto essendo la s in latino (antico) quanto lo spirito denso in greco (che anticamente usava esso stesso il σῖγμα in luogo d'esso spirito. p. 1127 p. 1276). {Onde i greci antichissimi avranno anch'essi scritto o detto σιστῶ.} E quando anche si voglia derivare sisto da ἱστῶ, ciò non prova che il suo tema στῶ non venga dal latino, giacchè i greci (come tutti fanno, ma essi soprattutti, per le loro circostanze, colonie, diffusione, varietà di dialetti ec.) variarono in mille guise i temi ricevuti {antichissimamente} da qualunque parte si fosse; li variarono in se stessi, e ne' loro derivati e composti, (come anche dissero στάω con una lettera più di sto, sebbene per contrazione l'usarono più comunemente nella forma analoga a στῶ); e poterono facilissimamente restituire all'italia sotto forma alquanto diversa un tema preso da essa, cioè il verbo sisto fatto da ἱστάω derivato  2145 o alterato da στῶ, preso dallo sto latino. Ciò potè accadere nelle più recenti, o meno antiche ed oscure relazioni, che in tempi per altro essi stessi antichissimi ebbe la grecia coll'italia (come sappiamo) e la lingua greca già, se non altro, adulta, colla latina per anche rozza, o decaduta da qualche antichissima perfezione, com'è più verisimile. Dico da una perfezione e forma diversa da quella che poi ricevè a' tempi romani; da una perfezione derivante o comune colla lingua madre di lei e della greca, o sia colla lingua di quel popolo che diramò i suoi coloni in grecia e in italia. (22. Nov. 1821.). {Or quanto è egli ordinario nell'uso e di natura elementare nel discorso, e di significazione naturalmente occorrente il verbo stare, e l'ἵστημι, o ἱστάω, ed ἵσταμαι, e il verbo sistere ec.! Per conseguenza fa duopo ch'egli sia (come già vediamo) antichissimamente proprio di ambedue le lingue, o antichissimamente passato dall'una nell'altra ec.}

[2195,1]   2195 Alla p. 1127. prima del mezzo. Altri esempi di ciò gli ho notati altrove p. 983 p. 1127, altri se ne ponno vedere nell'Encycl., Grammaire, non mi ricordo a quale articolo, ma credo all'H. presi da Prisciano, altri p. 1276. e quivi in marg. A' quali tutti aggiungi sulcus fatto da ὅλκος (tractus), che però dovette da prima dirsi solcus, come volgus, volpes, come solpur per sulphur pretende il Pontedera, come forse per lo contrario supnus o sumnus ec. Questa etimologia di sulcus da ὅλκος è riconosciuta dal Forcell. Vedilo in principio di Sulcus. V. anche sisto p. 2143. fine-seg.

[2329,1]   2329 Alla p. 1136 fine. Fra le molte prove che si potrebbero addurre di ciò, cavate dalla veramente profonda e non superficiale investigazione della più remota antichità, v'è anche questa. Noi diciamo che lo spirito denso dei greci fu bene spesso trasformato dai latini in una s. Ma il fatto sta che gli antichissimi monumenti greci hanno essi medesimi il sigma, dove poi si costumò di porre lo spirito denso, e forse anche in luogo del lene. V. Iscriz. antiche illustrate dall'Ab. Gaetano Marini, p. 184. e soprattutto il Lanzi, della lingua Etrusca. Questo che cosa dimostra? dimostra secondo me, che l'antichissima forma di quelle tali parole comuni {ab} antichissimo al greco e al latino, era infatti colla s in principio, e non collo spirito; che questo per indole di loro pronunzia fu coll'andar del tempo sostituito dai greci parlatori, e poi dagli scrittori, al sigma, e non viceversa la s allo spirito dai latini; che per conseguenza la forma latina è più antica della greca, la pronunzia cioè e la scrittura latina di tali parole; e che quindi in esse i latini hanno conservato l'antichità e il primitivo più dei  2330 greci. V. p. 2143. segg. {2307-8,} ed altri miei passi su questo punto di antichità. E quante altre simili osservazioni si potrebbono fare sulle antichissime parole, proprietà, ortografie ec. delle due lingue: osservazioni le quali mostrerebbero che quello che comunemente crediamo venuto dalla grecia nel Lazio, o è tutto al rovescio, o vien da origine comune; e che quelle differenze che in tali cose s'incontrano fra il greco e il latino, e che da noi sono attribuite a corruzione sofferta da quelle parole ec. passando nel Lazio, si debbono invece attribuire a corruzione sofferta in Grecia; e nel Lazio conservano la loro forma antichissima, e non differiscono dalla greca, se non perchè questa s'è allontanata essa stessa dal primitivo assai più della latina. (5. Gen. 1822.). {{V. p. 2351. fine. e 2384.}}

[2889,1]   2889 Da ἕζω, Dor. etc. ἕδω, o da ἕζoμαι, futuro ἑδοῦμαι, sedeo, e così da ἕδος εος o da ἕδρα ας sedes e simili. Da ἄλσος saltus. (4. Luglio 1823.).

[3071,1]  Dompter da domitare, inseritoci il p, come in emptus, sumptus {(sumpsi ec.)} e simili, e come alcuni fanno in temptare che nel Cod. de Rep. di Cic. è scritto temtare, come anche si scrive emtus, sumtus, peremtus ec. {Veggasi la p. 3761. fine.} E il Richelet nel Diz. scrive domter con tutti i suoi derivati similmente, {+e vuol che si pronunzi donter, dontable ec. così anche altri Dizionari mod.ni.[moderni]} Così dompnus e domnus contratto da dominus. E a questo discorso appartiene la voce somnus fatta da ὕπνος, e, come dice Gellio, da sypnus - o supnus - sumnus - somnus. {+V. il Glossar. se ha niente che faccia a proposito.} (31. Luglio. 1823.).

[3815,3]  Come altrove ho congetturato p. 1276 dalla voce σῦκον, anche nel greco, come sì sovente in latino, lo spirito denso si cangia {talora} in s. P. e. da ἅλς, σαλεύω ec. V. i Lessici. Così in lat. sal, salum ec. dalla stessa voce. (1. Nov. 1823.).

[4035,4]  Σίλλος, σίλλοι o σιλλοί si fa derivare da ἴλλος occhio παρὰ τὸ διασείειν τοὺς ἴλλους * . V. Scap. e Menag. ad Laert. in Timon. IX. 111. Consento che venga da ἴλλος, ma non che ci abbia a fare il σείειν, formazione d'altronde molto inverisimile. Io credo che σίλλος sia lo stesso affatto che ἴλλος in origine, aggiuntoci il sigma in luogo dello spirito, benchè lene, all'uso latino circa lo spirito denso e al modo che gli Eoli usavano il digamma, ossia il v latino (e quindi i latini il v) in vece anche dello spirito lene, nel principio delle parole. Veggasi il detto altrove p. 1276 p. 3815 di σῦκον ch'io credo essere venuto da un ὗκον o ὖκον. Da σίλλος occhio la metafora trasportò il significato a derisione ec. quasi dicesse, come diciamo noi, occhiolino ec. onde σιλλαίνειν sarebbe quasi far l'occhiolino, in senso però di deridere ec. La metafora è naturale, perchè il riso generalmente, ma in ispezieltà la derisione risiede e si esprime cogli occhi principalmente e molte volte con essi unicamente. (22. Febbraio. 1824. Domenica di Sessagesima.).

[4154,1]  Stefano Bizantino in ῎ Iτων dice che la città d'Itone fu anche detta Σίτων Sitone.

[4172,12]  Macinare, macerare, macina - maciullare, maciulla. Spilluzzicare (da spelare).

[4182,1]  ρίσκος - συρίσκος. V. Casaubon. ad Athen. l. 3. c. 4. init.

[4196,4]  Egesta - Segesta. V. Forcellini.

[4208,3]  Conone appresso Fozio, Bibliot. cod. 186. narrat. 10. chiama Oἴϑων {(Oἴϑωνα)} il re del Chersoneso di Tracia padre di Pallene, il quale da Stefano Biz. v. Παλλήνη è chiamato col sigma iniziale Σίϑων (Σίϑωνα), e così da Partenio, ἐρωτικῶν cap. 6. (Σίϑωνα). (Bolog. 30. Sett. 1826.)

[4234,1]   4234 ᾽Eλέvη cambiata in Σελήνη nei primi secoli della nostra era. V. Maffei Arte magica annichilata lib. 3. cap. 5. §. 3 opp. ed. del Rubbi t. 2. p. 204.

[4243,4]  Trovasi anco in inglese lo scambio della s coll'aspirazione. Salle franc. - hall ingl.

[4245,8]  ὗς - gli antichi σῦς, σύαγρος ec. V. Ateneo, e i Lessici, coi composti e derivati ec.

[4255,4]  Androcoto e Sandrocoto (nome proprio) appresso i greci. V. Casaub. ibid.

[4265,3]  ἑλάνη - σελάνη. V. ibid.