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Domenica. 14. 1827.

[4243,1]  Senza più oltre o più {avanti o} innanzi pensare, e simili, vagliono spesse volte semplicemente senza punto pensare. Così senza pensar più là. Così senza più, o solo, o accompagnato con verbi (senza più pensare) o con nomi, equivale spesso a senza nulla o niuno, appunto come in ispagn. mas per niuno, del che altrove p. 4163. Senza pensar più oltre. {V. Firenzuola Ragionam. ed. Classici ital. p. 229. cioè penult. Bembo Asolani p. 10. col. 1. fin., nelle sue opp.}
[4243,2]  Della diffusione della lingua italiana presso gli stranieri nel 500. v. anche Speroni Oraz. in lode del Bembo. Tasso opp. ed. del Mauro, t. 9. p. 148. lett. 238. {Lettere di Principi o a Principi Ven. 1573. carta 226. versa.}
[4243,3]  Disprezzo e ignoranza dei greci per la letteratura latina. V. Speroni Diall. ed. Ven. 1596. p. 420. - Si potrebbero in ciò i greci assomigliare ai francesi.
[4243,4]  Trovasi anco in inglese lo scambio della s coll'aspirazione. Salle franc. - hall ingl.
[4243,5]  Altro per niuno o niente. Firenzuola Ragionamenti, ed. dei Classici ital. p. 89. lin. 2. p. 230. cioè ult.
[4243,6]  Tu profferisti chiunque con due sillabe; la qual parola non mi voglio ricordare che si truovi se non con tre. * Firenzuola loc. cit. qui sopra, p. 84. Vuol dire non mi vuol venire alla mente, non mi posso ricordare. Grecismo. Simile alla p. 162. Lucrezia, chè così mi voglio ricordar che fusse il nome della vedova. * Cioè così mi vuol dire, così mi dice, la memoria; così mi pare, mi vien fatto, di ricordarmi. (Domenica 14. 1827.).