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[1116,1]  Questa facoltà de' continuativi, è una delle bellissime facoltà, non ancora osservata, con cui la lingua latina diversificando regolarmente i suoi verbi e le sue parole, le adattava ad esprimere con precisione le minute differenze delle cose, e traeva dal suo fondo tutto il possibile partito, applicandolo con diverse e stabilite inflessioni e modificazioni a tutti i bisogni del linguaggio; e si serviva delle sue radici per cavarne molte e diverse significazioni, distintissime, chiare, certe, e senza confusione; e moltiplicava con sommo artifizio e poca spesa la sua ricchezza, e accresceva la sua potenza. Questa facoltà manca alla lingua italiana, la qual pure si è fatti i suoi nuovi verbi frequentativi e diminutivi, formandoli da' verbi originarii con modificazioni di desinenza. Verbi derivati, che ora hanno la sola forza frequentativa, come appunto spesseggiare {+e pazzeggiare, passeggiare ec. punteggiare, da punto o da pungere ec.}; ora la sola diminutiva, come {+ tagliuzzare, sminuzzolare,}  1117 albeggiare (formato però non da altro verbo, ma da nome, come altri pure de' precedenti; che così pure usa felicemente l'italiano), {V. in questo proposito p. 1240-42. e nota che i verbi in eggiare, par che almeno talvolta abbiano un valore effettivamente continuativo, come fronteggiare, scarseggiare e molti, ma molti altri, e in diversi sensi continui, ben distinguibili dal frequente} {e dal diminuitivo: biancheggiare, rosseggiare, neutri ec.} arsicciare (siccome in lat. ustulare, che anche i latini hanno i loro verbi puramente diminutivi); ora l'una e l'altra insieme al modo de' verbi latini in itare, come canticchiare, canterellare, {formicolare ec. (v. il Monti a questa voce, e alla v. frequentativo).} E di altre tali formazioni di verbi {e d'altre voci; formazioni} arditissime, utilissime a significare le differenze delle cose, e moltiplicare l'uso delle radici, senza confondere i significati, abbonda la lingua italiana in modo singolare, e più (credo io) che la latina, {e la stessa greca.} Ma de' continuativi manca affatto, se alle volte non dà (come mi pare) questo o simile significato a qualche frequentativo, o vogliamo spesseggiativo. {V. p. 1155.} Manca pure, cred'io, la detta facoltà alla lingua greca, sì gran maestra nel diversificare e modificare le sue radici, e moltiplicare le significazioni; ma per affermarlo mi bisognerebbe più lunga considerazione. E nella stessa lingua latina, ch'ebbe questa bella facoltà da principio, sembra che poi andasse in disuso, e in dimenticanza, continuando forse talvolta ad usarsi, con formare nuovi verbi di tal fatta, ma con una nozione confusa e non precisa del valore di tal formazione, e con significato non ben distinto dagli altri verbi; come fecero pure de' continuativi già formati e introdotti.  1118 Giacchè negli stessi antichi gramatici o filologi latini {de' migliori secoli,} non trovo notizia nè osservazione positiva di questa proprietà della loro lingua. {{V. p. 1160.}}

[1240,1]  Una delle principali, vere, ed insite cagioni della vera e propria ricchezza e varietà della lingua italiana, è la sua immensa facoltà dei derivati, che mette a larghissimo frutto le sue radici. Osserviamo solamente le diverse formazioni che dalle sue radici ella può fare de' verbi frequentativi o diminutivi. Colla desinenza in eggiare come da schiaffo,  1241 da vezzo, da arma, {da poeta, o poetare, da verso,} schiaffeggiare, vezzeggiare, armeggiare, {poeteggiare, verseggiare;} {+(e così da vano o vanare, vaneggiare, e pargoleggiare, e spalleggiare ec. e da favore, come favorare, e favorire, così favoreggiare,)} in icciare come da arso arsicciare; in icchiare, come da canto canticchiare; in ellare come da salto saltellare; in erellare, come pur da salto salterellare, e da canto canterellare; in olare, come da spruzzo spruzzolare, {da vòlto voltolare, da rotare, rinfocare, rotolare, rinfocolare, da giuocare, giuocolare, da muggire o mugghiare, mugolare, muggiolare, mugiolare;} in igginare, come da piovere piovvigginare; in uzzare, come da taglio tagliuzzare; in acchiare come da foro foracchiare; in ecchiare, come da morso, roso, sonno, morsecchiare, rosecchiare, sonnecchiare; {+(e così punzecchiare che anche si dice punzellare); in azzare come da scorrere scorrazzare, da volare svolazzare;} {+in eare come da ruota o rotare roteare (che la Crusca chiama V. A. non so perchè) alla spagnuola rodear, blanquear cioè biancheggiare e imbiancare ec.;} in ucchiare, come da bacio baciucchiare; {in onzare come da ballo ballonzare;} ed in altri modi ancora, che neppur qui finisce il novero, {+senza contare i sopraffrequentativi, o sopraddiminutivi, come ballonzolare, sminuzzolare ec. ec. ovvero diminutivi de' frequentativi o viceversa.} E queste, e le altre formazioni sono di significato certo, determinato, riconosciuto, convenuto e costante, in modo che vedendo una tal formazione, e conoscendo il significato della voce originaria, s'intende subito la modificazione che detta parola formata esprime, dell'idea espressa dalla parola {materna.} La pazza idea per tanto (ch'è l'ultimo eccesso della pedanteria) di voler proibire la formazione di nuovi derivati, è lo stesso che seccare una delle principali e più proprie ed innate sorgenti della ricchezza di nostra lingua. V.  1242 in questo proposito p. 1116-17. Io non dubito (e l'esempio portato lo conferma) che nella immensità e varietà della facoltà certa {stabile} e definita ch'ella ha dei derivati, {e nell'uso che ne sa fare, e ne ha fatto,} la lingua nostra non vinca la latina, e la stessa greca. {+Alla quale però si rassomiglia assai anche per questa moltiplicità di forme nelle derivazioni che hanno un medesimo o simile significato, a differenza della latina, non già povera, ma più regolata e con più certezza circoscritta in ciò, come nel resto. V. la p. 1134. fine.} (29. Giugno 1821.). {+Queste sono le vere cagioni e fonti per cui (se non le chiuderemo) la nostra lingua resterà sempre superiore in ricchezza alle moderne, malgrado i nuovi vocaboli ec. particolari, ch'elle vanno tuttogiorno acquistando.} {{V. p. 1292. capoverso 1.}}

[2280,1]  L'italiano mescolare, il francese mêler, anticamente mesler, lo spagnolo mezclar derivano evidentemente da un latino misculare o misculari, il quale è tanto ben formato da miscere (da cui abbiamo pur mescere) quanto joculari da jocari, speculari da specere, {+gratulari da gratari,} ed altri molti. E questo misculari trovandosi in tre diverse lingue figlie della latina, dovè per necessità trovarsi in quella fonte da cui tutte tre (ciascuna indipendentemente dall'altra) derivarono, cioè nel volgare latino. Massimamente che le dette voci sono proprissime ciascuna della sua lingua, fino da' principii di questa. V. il Forcell. il Glossar. ec. che non ho consultati. Aggiungete che il francese e lo spagnolo non hanno altro verbo che risponda a miscere, onde si vede che misculare prevalse nell'uso volgare latino come infatti prevale  2281 nel med.[medesimo] uso volgare, il mescolare italiano al mescere. {+Similmente prevale (e questo è veramente il più volgare), prevale dico il mischiare, e questo è in anima e in corpo il misculare, o misculari latino, cambiato per proprietà di nostra pronunzia il cul, in chi, del che v. p. 980. marg. Diciamo anche meschiare, ma è meno usuale, e l'adoprarlo non è senza qualche affettazione o d'eleganza o d'altro. V. il Gloss. se ha nulla, e p. 2385.}

[2935,2]  Cespicare, incespicare, incespare. Vedi il Forcellini in Caespitator e il Glossario in Cespitare. (10. Luglio. 1823.).

[2986,1]  È notabile che tutte le maniere di verbi frequentativi o diminutivi italiani da me altrove enumerati pp. 1116-17 pp. 1240-42, come saltellare, salterellare ec. sono immancabilmente e solamente della prima coniugazione, ancorchè il verbo originale e positivo sia d'altra coniugazione, come scrivere, onde scrivacchiare ec.; nè più nè manco che in latino tutti i continuativi e frequentativi o diminutivi (se non forse pochi anomali) del genere ch'io ho preso ad esaminare, da qualunque coniugazione essi vengano; ed anche altri verbi derivativi, {#1. sieno diminutt. sieno frequentatt. sieno l'uno e l'altro insieme, ec.} di verbi originali ec. con diverse formazioni, che non spettano alla mia teoria, {ed istituto,} come ustulare, {misculare di cui altrove, ec, pp. 2280-81 pp. 2385-86 pandiculari, vellicare (v. p. 2996. marg.), sorbillo, cantillo, conscribillo ec. cavillor, missiculo, claudico, ec. Anche in franc. tali verbi diminutivi ec. e così in ispagn. mi par che sieno della 1. coniugazione} (17. Luglio 1823.)

[3064,2]  Alla p. 3061. Che assare venga da ardere, e sia lo stesso che arsare, oltre la verisimiglianza ch'ha in se medesimo, considerando i significati di tali verbi, si fa eziandio più probabile osservando che il nostro arrostire (franc. rôtir) ch'equivale ad assare, viene da urere ch'equivale quasi ad ardere (preso attivamente, come noi {sovente} lo prendiamo, e come bisogna considerarlo nel caso nostro: v. Forcell. in ardeo e arsus participio pass., i Diz. franc. in arder, e lo spagn.). E che arrostire venga da urere, si dimostra guardando ch'egli è corruzione {+(o che altro si voglia)} d'abbrostire il quale {originariamente} è il medesimo verbo; e che abbrostire è quasi il medesimo che abbrostolire, il qual è corruzione di abbrustolare; e che abbrustolare, detratte le lettere abbr (non so come premessegli) è appunto il latino ustulare, il cui significato è nè più nè meno quello di abbrustolare; e che ustulare è fatto da ustus di urere. Abbrustiare voce fiorentina è quanto al materiale lo stesso che abbrustolare, mutato il tol  3065 (lat. tul) in ti, secondo il costume della lingua nostra (e massime della fiorent. e toscana), come da oc-ul-us occh-i-o, da masc-ul-us masch-i-o, che i fiorent. dicono mastio ec. come ho detto altrove p. 2358 (così da misc-ul-are misch-i-are, i fiorentini mistiare). Le lettere abbr {abr} o br paiono nelle nostre lingue esser proprie, non so perchè, delle voci di questo tal significato o simile; come in abbrostire e ne' sopraddetti (i franc. non conservano che l'r, cioè rostir, ma questa sembra essere un[un'] aferesi di abbrostire, o abrustire che sarebbe un vero latino - barb.), {in} brustolare, abbruciare ec., bruciare ec., abbronzare ec. abbruscare (v. l'Alberti), brûler, abrasar ec. Forse queste tutte sono corruzioni del latino amb (ambustus, amburere ec.). Veggasi il Glossario se ha nulla in proposito. Veramente abbruciare, bruciare, brûler, abrasar sembrano non appartenere al latino, e da quella origine da cui essi vennero, fu tolto forse ancora l'uso di premettere le lettere abbr, abr, br ad altre voci di significato affine al loro,  3066 benchè {venute} d'altra origine, cioè latina ec. (30. Luglio. 1823.).

[3182,1]  Trembler, temblar sono verbi diminutivi, cioè fatti da un tremulare, il quale è da tremere, come misculare (onde mesler, cioè mêler, mezclar, mescolare, meschiare, mischiare) da miscere, secondo che ho notato altrove pp. 2280-81 pp. 2385-86. Ma essi verbi trembler e temblar hanno il senso del positivo tremere che nel franc. e nello spagn. non si trova. Noi abbiamo e tremare e tremolare, quello positivo, e questo, così di forma come di significazione, diminutivo. Diciamo anche tremulare, o piuttosto lo dicevano i nostri antichi, più alla latina, benchè questo verbo nel buon latino non si trovi. Trovasi però nel  3183 basso latino: v. il Glossar. Cang. Gli spagnoli dicono pure tremolar (Solìs Hist. de Mexico, l. 1. capit. 7. princip.), ma attivamente per agitare, dimenare, sventolare (come tremolar unas vanderas nel cit. luogo del Solìs), alla qual significazione par che appartenga l'ult. esempio del Gloss. Cang. in Tremulare. (17. Agos. 1823. Domenica.) {Il Franciosini scrive tremular, lo chiama vocabolo barbaro, e lo spiega tremare.}

[3514,2]  Alla p. 2984. Vieil da veculus come oeil da oculus, oreille da auricula o aurecula (corrottamente) ec. vermeil, vermiglio, vermejo da vermiculus o vermeculus ec. Sommeil è certamente un somniculus diminutivo, preso in senso positivo, come somme da somnus. Resta però il senso diminutivo  3515 a sommeiller che vien da somniculare come il nostro sonnecchiare, e che serve a confermar la derivazione di sommeil da somniculus. Appareil; apparecchio, apparecchiare, {sparecchio ec.}; aparejo, aparejar dimostrano un diminutivo positivato appariculare per apparare, (come misculare per miscere, di cui altrove pp. 2280-81 pp. 2385-86 p. 3182), appariculus per apparatus; voci ignote nel buon latino, ma comuni alle tre lingue figlie. V. Glossar. ec. (25. Sett. 1823.). { Parecchi, pareil, onde appareiller, sono da pariculus ec. V. Gloss. ec. parejo (cioè par) parejura ec. Pelleja, pellejo, pellico; pelliccia; pelisse; spag. moderno pellìz, da pellicula ec. Lo spagn. ha anche il positivo, piel. Semilla. Soleil. Ouaille da ovicula ec, come oveja spagn.}

[3764,4]  Ai verbi diminutivi o frequentativi italiani da me altrove raccolti pp. 1116-17 pp. 1240-42, aggiungi p. esempio di quelli in olare, crepolare da crepare, screpolare ec. (24. Ott. 1823.).

[3906,1]  Alla lista de' verbi frequentativo - diminutivi {#2. disprezzativi, vezzeggiativi ec., frequentativi o diminutivi semplicemente ec.} italiani, data da me altrove pp. 1115-17 pp. 1240-42, aggiungi: in ettare, come da balbo, balbettare. (25. Nov. 1823.).

[3907,4]  Bisogna notare che i diminutivi positivati (verbi o nomi {+ec.}) da me raccolti non sieno di senso neanche frequentativo, nè disprezzativo, nè vezzeggiativo, nè simile, {eccetto se tale non fosse anche} quello del positivo, al quale esso deve insomma essere totalmente conforme. Misculare (a proposito di cui ho preso a discorrere de' diminutivi  3908 positivati pp. 2280-83 ) a principio ebbe forse un senso frequentativo, che poi perdè, restandogli quello del positivo. E così gli altri, ciascuno de' quali (nomi o verbi) in origine dovettero in qualunque modo differire nel senso dai positivi. Del resto i verbi in ulare ec. propriamente sono diminutivi e perciò spettano al mio discorso. Hanno però talora un senso simile al frequentativo (come tanti verbi italiani altrove da me notati pp. 1115-17 pp. 1240-42 p. 3764), ma non perciò si possono men giustamente porre fra' diminutivi, giacchè solo dalla diminuzione ricevono quel tal potere di significar la frequenza ec. il qual significato è {come} una specie de' significati diminutivi ec. (26. Nov. 1823.)

[3955,2]  Da chaudron {#1. (caldaio)} diminutivo di chaudière {+(calderone),} chaudronnier in senso positivo cioè calderaio. Infiniti sono e in latino e massime nel latino basso e nelle lingue figlie i derivati {+e di questo e d'altri molti generi, e sorte di significati ec. V. p. 4006.} ec. che avendo un senso positivo, e corrispondente a quello del positivo da cui hanno origine, sono però fatti da un diminutivo (usitato o no, {#2. ed anche semplicemente supposto}) di esso positivo, sia ch'essa[esso] diminutivo abbia un uso positivato, o no, ec. e che tali voci derivino dal latino, o no, ec. {Vedi la pag. 3963. lin. 18 3980. lin 3. 4.} Forse la ragione di tali derivativi che in senso positivo sono formati da' diminutivi, si è che essi e fors'anche i diminutivi da cui derivano, hanno un senso frequentativo o cosa simile. {purulentus, purulentia ec, esculentus, virulentus, vinolentus {#(1.) v. la pag. 3968-9. 3992.} temulentus ec. nidulor. {#(2) se non è freq. o frequen. - dimin.}} Infatti la diminuzione in senso di frequentazione assolutamente e unicamente, ovvero in compagnia di questo senso, è comunissima nel latino nell'italiano ec. come altrove in più luoghi. E molti assoluti frequentativi (verbi o nomi ec.) non sono che per la forma diminutiva che hanno, e questa si è la sola che in essi indica la frequenza ec. sia che i positivi {+di senso o di forma o d'ambedue ec.} si trovino ed usino, o no, neanche vi possano essere, come spesso accade in italiano, ec. p. e. balbettare non ha nè potrebbe  3956 avere balbare, al quale però equivarrebbe ec. (8. Dec. Festa dell'immacolata Concezione di Maria. 1823.).

[3968,3]  Ho detto, non mi ricordo il dove pp. 2280-81, di un diminutivo, mi pare, italiano che la sua inflessione in ol (sia verbo o sia nome ec. che non mi sovviene) dimostrava lui essere originariamente latino. Ma si osservi che la diminuzione in olo, olare ec. è non men propria dell'italiano moderno di quel che sia del latino quella in ulus, ulare, olus (come in filiolus) ec. Ben è vero ch'essa deriva onninamente da  3969 questa latina, anzi è la medesima con lei. Del resto l'aggiunta dell'u in questa nostra inflessione (come in figliuolo ec.). 1. è una gentilezza della scrittura e ortografia, un toscanesimo, non è proprio della favella, seppur non lo è della toscana, e in tal caso, che non credo neanche in toscana sia troppo frequente e' sarebbe un accidente della pronunzia. 2. non si trova nelle più antiche scritture, nè in moltissime delle meno antiche, benchè esatte, anzi fuorchè nelle moderne, {forse} nel più delle scritture ella manca, {+e credo ancora che manchi regolarmente anche oggidì, almeno secondo l'ortografia della Crusca, in molte parole dove l'olo è pur lungo.} 3. ella svanisce regolarmente (per la regola de' dittonghi mobili) sempre che l'accento non è sull'o: quindi da figliuolo figliolanza ec. 4. essa è veramente una proprietà italiana onde anche da sono, bonus e tali altri o semplici, facciamo uo, come suono, buono ec. siccome gli spagnuoli ue, che pur si risolve, o ritorna, in o sempre che l'accento non è sull'e, come da volvo buelvo e poi bolver ec. {V. p. 4008.} {+E anche quando la desinenza ec. in olus o ulus ec. non è diminutiva, noi ne facciamo sovente uolo {ec.} come da phaseolus, fagiuolo ec.} 5. Essa manca sempre in moltissime parole {italiane,} come in tanti verbi diminutivi o frequentativi ec. in olare de' quali ho detto altrove pp. 2280-81 pp. 1116-17 p. 1241, che sarebbe sproposito scrivere in uolare. Insomma essa giunta non è propria di questa tale italiana inflessione diminutiva derivante dal latino, ma è un accidente di pronunzia o di ortografia italiana o toscana, che ha luogo anche in infiniti altri casi alienissimi da questa inflessione, e che in questa medesima non ha sempre luogo ec. (10. Dec. dì della Venuta della S. Casa di Loreto. 1823.). {{V. p. 3984. 3992. 3993.}}

[4000,3]  Verbi frequentativi o diminutivi ec. italiani. Penzolare e spenzolare coi derivati. Paiono però fatti da penzolo, e questo da pendulus che non è diminutivo. Rotolare, rotolone ec. (24. Dec. 1823.). {{Penzigliare, penzigliante. V. il pens. seg.}}

[4002,3]  Dico altrove p. 3515 del nostro cangiar talora il cul latino in gli, coll'es. di periglio {ec.} Aggiungi spiraglio da spiraculum che anche si dice spiracolo, come pure pericolo. (25. Dec. dì del S. Natale. 1823.).

[4003,2]  Frequentativi italiani ec. Vedi nell'anteced. pensiero [p. 4003,1] un verbo sopraffrequentativo o sopraddiminutivo ec., come anche altri ve ne sono, o ne possiamo formare a piacere e giudizio dello scrittore {parlatore} ec. (25. Dec. 1823.). {{V. la p. seg. [p. 4004,2].}}

[4005,2]  Verbi diminutivi positivati. Ringhiare cioè ringulare da ringere. V. i franc. e spagn. (27. Dec. 1823.). Avvinchiare, avvinghiare, e molti altri simili verbi italiani in ghiare e chiare, iare ec. sono assoluti diminutivi ({quasi tutti e} per lo più o {tutti e} sempre positivati), e diminutivi non in italiano ma in latino donde mostrano assolutamente esser venuti, cioè da de' rispettivi verbi in ulare, noti o ignoti. Così molti verbi spagn. in jar, franc. in iller, ec. Così anche nomi e altre voci ec. (27. Dec. 1823.). - { Succhiare, succiare (sugo is, suggere, sucer ec.) Morchia (noi marchigiani morca) - amurca.} Possono però tali verbi ec. esser fatti anche da nomi o latini o italiani ec. noti o ignoti, come p. e. ringhiare da ringhio (nome usato), il quale quando anche fosse da un ringulus, questo non sarebbe diminutivo, o da nomi che essendo diminutivi in latino, in ulus, non lo sieno in italiano ec. (27. Dec. 1823. Festa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista.). Tali sono i verbi rugghiare e mugghiare, {#1. mugliare, {#(1.) Veggasi la p. 4014. capoverso 4.} mugolare, mugiolare, muggiolare coi derivati ec. di questi e di mugghiare, rugghiare ec.}, del quale però mi ricordo aver parlato altrove p. 1241 e veggasi il detto quivi. (28. Dec. giorno degl'Innocenti. 1823.). {{Veggasi la pag. 4008. capoversi 4. e ultimo [p. 4008,6]}}

[4009,4]  Verbi frequentativi o diminutivi {ec.} ital. Morsecchiare, morseggiare {(coi derivati ec.)} che la Crusca chiama quello diminutivo e questo frequentativo di mordere. Aggrumolare da aggrumare che non è della Crus., bensì aggrumato, digrumare ec. (8. Gen. 1824.).

[4019,1]  Diminutivi positivati. Bouillon da bulla, bolla. (19. Gen. 1824.). Bouillonnement, bouillonner. Bulicare è corruzione di bollicare, dal quale abbiamo infatti bollicamento, e così bulicame e[è] per bollicame che non si trova, sia che queste voci vengano a dirittura da bolla come le suddette francesi, sia da bollire (che vien da bolla), come par voglia la crusca, che spiega bollicamento per leggier bollimento (sarebbe dunque diminutivo), e bulicare per bollire, di cui sarebbe frequentativo o diminutivo o frequentativo - diminutivo. Bulicame però non ha che far con bollire, bensì con bolla. Eccetto pigliando bollire, per far bolle senza fervore: v. Bollire §. 4. e il Forcell. Pare però che bulicame si dica propriamente delle acque bollenti benchè senza fuoco. ec. (19. Gen. 1824.). Vedi la pag. 4004. capoverso 2. Moisson diminutivo positivato di messis. (19. Gen. 1824.).

[4021,4]  Rinnovellare, innovellare, renouveler, renovello, lat. (v. gli spagn.) {ec.} diminutivi positivati; si aggiungano al detto altrove p. 3751 di novellus ec. (22. Gen. 1824.).

[4022,7]  Verbi frequentativi o diminutivi o frequentativi - diminutivi o diminutivi positivati, italiani. Rinfocolare, rinfocolamento, da rinfocare ec. (27. Gen. 1824.).

[4029,4]  Sbarbare - sbarbicare, abbarbicare o abbarbicarsi. Al detto altrove pp. 3006-3007 p. 4004 sopra i nostri verbi in ĭcare, fatti da verbi originali usati o no, o pur da nomi ec. (11. Feb. 1824.). {{Barbare-barbicare.}}

[4030,8]  Cangiamento del cul lat. in chi ital. Bernoccolo (voce affatto italiana, v. però il Gloss. e i vari dizionari) co' suoi derivati - bernocchio che vale lo stesso. (15. Feb. Domenica di Settuagesima. 1824.).

[4036,8]  Verbi frequentativi o diminutivi italiani. Balzare - balzellare. (28. Feb. 1824.).

[4040,5]  Spiare - spieggiare. (3. Marzo, dì delle S. Ceneri. 1824.). Scoppiare, scoppiata sustantivo - scoppiettare, scoppiettata, scoppiettio. (4. Marzo. 1824.). {{Incrociare - incrocicchiare, croce - crocicchio ec.}}

[4046,8]  I nostri nomi diminutivi o disprezzativi {ec.} in acchio ecchio ec. e i verbi diminutivi o frequentativi o disprezzativi ec. in acchiare ecchiare ec. sono di una forma espressamente originata dal latino, cioè dalla forma diminutiva o frequentativa  4047 ec. in culus e culare. Lo stesso dico de' nomi e verbi francesi diminutivi o frequentativi o disprezzativi ec. in ail aille ailler iller {+ eiller (sommeiller)} ec. de' quali altrove pp. 2375-76 pp. 3514-15 p. 3991 p. 4005. E credo che anche lo spagn. in illo o illar ec. venga da essa forma latina (come periglio péril ec. da periculum, del che in più luoghi p. 3515 p. 3557) più tosto che da quella in illus illare ec. (15. Marzo. 1824.).

[4050,8]  Della superiorità della lingua latina sulla greca per certe parti e qualità, del che ho detto in proposito dei continuativi di cui i greci mancano p. 1117 p. 2142 pp. 2784-86, cioè non ne hanno un genere determinato, si può dire lo stesso  4051 rispetto agl'incoativi, di cui i greci non hanno un genere e forma così determinata e assegnata come i latini, sebbene si servono molto spesso, a significar l'incoazione, di verbi in ίζω fatti da quelli che significano l'azione o passione positiva, o aggiungono a' temi in άω, έω ec. il ζ, facendone άζω, έζω ec. Ma queste forme non sono così precisamente determinate alla significazione incoativa, perchè infiniti verbi così formati ne hanno tutt'altra, infiniti significano lo stesso che il primo tema (del che altrove pp. 2825-26 pp. 3284. sgg., sebben forse in origine potranno avere avuto diverso senso), infiniti non hanno altro tema, almen noto, e non significano cosa incoativa ec. sia che questi e i sopraddetti abbiano perduta col tempo siffatta significazione, e confusala ec. sia che mai non l'abbiano avuta, il che, di moltissimi almeno, è certo, perchè molte volte la desinenza in ίζω o ζω è frequentativa. Anche de' frequentativi determinati ec. mancano i greci, mentre gli hanno non solo i latini ma gl'italiani (e moltissimi generi, come pure in latino ve n'è più d'uno), i francesi ec. Mancano ancora de' {verbi} disprezzativi, vezzeggiativi ec. ec. che i latini e gl'italiani ec. hanno, e più d'un genere. (21. Marzo. 1824.).

[4051,1]  Molti di quelli che io chiamo diminutivi positivati, si potranno chiamare in vece disprezzativi o vezzeggiativi o frequentativi ec. positivati, sì verbi che nomi, sì sostantivi che aggettivi ec. Ma chiamarli generalmente diminutivi non è da potersi riprendere, perchè tali sono propriamente tutti, e la diminuzione è il mezzo con cui essi significano disprezzo, vezzeggiamento ec. secondo che ella è applicata ed intesa. (21. Marzo 1824.).

[4053,5]  Origliare, origliere da auricula. Nuova prova del cangiarsi spesso il cul de' latini in gli ital. benchè per auricula noi diciamo orecchia, non oreglia, come i francesi. (25. Marzo. dì della SS. Annunziata 1824.). {{Diciamo anche, ed oggi meglio, orecchiare.}} Speculum - speglio antico e poetico. (26. Marzo. 1824.).

[4072,1]  Diminutivi positivati. Piscis - poisson. Notisi che de' diminutivi positivati {delle lingue moderne} altri hanno la diminuzione latina e questa o sonante diminuzione anche nelle lingue moderne o no, altre la diminuzione moderna affatto e non latina (18. Aprile. Pasqua. 1824.) e questa talora è diminuzione in quella tal lingua, talora in essa no, ma in altre moderne o in altra, sia sorella sia straniera, e sia che quella tal parola si trovi veramente in quest'altra lingua o non vi si trovi più, almeno con quella diminuzione. P. e. potrebb'essere che alcune voci francesi in in ine ec. in cui questa desinenza è additizia, perchè esse parole si trovano senza tal desinenza in latino o in italiano ec. sieno originariamente diminutivi positivati presi dall'italiano, quando  4073 bene in questo non si trovino più, almeno colla diminuzione, nè positivata nè veramente diminutiva. (19. Aprile 1824.). {{Così dicasi de' verbi, ec.}}

[4089,3]  Il diminuimento spagnuolo in ico {ica} dee venire dal latino iculus, icula, iculum, come ho detto altrove pp. 3514-15 di altre diminuzioni spagnuole italiane francesi. (17. Maggio. 1824.).

[4090,3]  Rodo - rosum - rosicchiare, rosecchiare, rosicare (volg.). Frequentativo o diminutivo. (20. Maggio. 1824.).

[4105,1]  Dilettare - dileticare coi derivati ec. frequentativo o diminutivo alla latina, e può anche aggiungersi agli esempi delle forme frequentative italiane di verbi, da me altrove raccolte. Avvertasi però che ha un significato diverso da dilettare, e forse è corruzione di solleticare, e così diletico, che altrimenti sarà un diminutivo o frequentativo di diletto. {Farneticare.} (29. Giugno. Festa di S. Pietro. giorno mio natalizio. 1824.).

[4117,6]  Scappare - scapolare.

[4149,1]  Strascinare - strascicare, strascico ec. Biasciare - biascicare.

[4151,1]   4151 Germer, germinare lat. e ital. - germogliare quasi germiculare o germuculare, o germinuculare. Così germoglio, quasi germiculus o germuculus, diminutivo positivato di germen, germe. - Spiccare - spicciolare, spicciolato ec. Abbrustolare, abbrustolire ec. Aggrumolare. Aggroppare - aggrovigliare.

[4168,1]   4168 Pece, pegola, impegolare ec.

[4173,1]  Piaggia, spiaggia, diminutivi positivati di plaga, da plagula, come nebbia da nebula, ec. ec.

[4196,1]  Dove parlo p. 1230 p. 3001_3 di repo, repto, inerpicare ec. osservisi che i Latini hanno anche erepo. Sueton. Tiber. cap. 60. {{V. Forcellini. Irrepo, subrepo, adrepo ec.}}

[4239,4]  Misceo, mixtus, misto - mestare (quasi da mesto per misto, come meschio per mischio, e meschiare, mescolare ec.) rimestare - mesticare (noi marchegiani diciamo più alla latina misticare, misticanza ec.); coi derivati.

[4257,4]  Undatus - undulatus. Ondato - ondeggiato, ondare - ondeggiare, coi derivati ec. ondazione (Segneri ib. c. 16. §. 2.) - ondulazione, undulazione (Alberti). Ondoyer, ondoyé. Ondulation.

[4259,2]  Scappare - scapolare. Saltabellare. Scartabellare.

[4263,1]  Pennelleggiare. Tratteggiare.

[4280,2]  Badare - badigliare, sbadigliare ec.; badaluccare, badalucco ec. V. N. Ricoglitore, loc. cit. qui sopra, p. 162-3. {{Rosecchiare, rosicchiare.}}

[4283,5]  Bucherare. Spicciolato.

[4287,2]  Vagheggiare, bellissimo verbo.

[4287,5]  Béqueter. Nutrire, nodrire - nutricare nodricare. V. Forc. Frigere - fricasser.