Frequentativi, diminutivi ec. italiani.
Italian frequentatives and diminutives, etc.
1116,1 1240,1 2280,1 2935,2 2986,1 3064,2 3182,1 3514,2 3764,4 3906,1 3907,4 3955,2 3968,3 3984,4.5 3996,5.6 4000,3 4002,3 4003,2 4005,2 4008,4.6 4009,4 4013,3.5 4014,4.7 4019,1 4021,4 4022,7 4029,4 4030,8 4036,8 4040,5 4041,2.3.4.5 4046,8 4050,8 4051,1 4052,1.5 4053,5 4072,1 4089,3 4090,3 4105,1 4114,5.9 4117,6 4123,3.5 4148,2.7.10 4149,1 4150,3.7.11.13 4151,1 4151,4.5.6.8.10 4154,4.5 4158,4.7 4162,9.12 4163,2.3 4165,10.11 4166,1.10.15 4167,6.8.10 4168,1 4170,2.3.9 4172,1.2.7.11 4173,1 4182,3.8 4188,4.5.11.12 4196,1 4201,2.4.6 4237,6.8 4239,4 4241,1.2 4246,9.11.14 4257,4 4259,2 4263,1 4280,2 4283,5 4287,2 4287,5[1116,1] Questa facoltà de' continuativi, è una delle
bellissime facoltà, non ancora osservata, con cui la lingua latina
diversificando regolarmente i suoi verbi e le sue parole, le adattava ad
esprimere con precisione le minute differenze delle cose, e traeva dal suo fondo
tutto il possibile partito, applicandolo con diverse e stabilite inflessioni e
modificazioni a tutti i bisogni del linguaggio; e si serviva delle sue radici
per cavarne molte e diverse significazioni, distintissime, chiare, certe, e
senza confusione; e moltiplicava con sommo artifizio e poca spesa la sua
ricchezza, e accresceva la sua potenza. Questa facoltà manca alla lingua
italiana, la qual pure si è fatti i suoi nuovi verbi frequentativi e diminutivi,
formandoli da' verbi originarii con modificazioni di desinenza. Verbi derivati,
che ora hanno la sola forza frequentativa, come appunto spesseggiare
{+e pazzeggiare, passeggiare ec. punteggiare, da punto o da pungere
ec.}; ora la sola diminutiva, come {+
tagliuzzare, sminuzzolare,}
1117
albeggiare (formato però non da altro verbo, ma da
nome, come altri pure de' precedenti; che così pure usa felicemente l'italiano),
{V. in questo proposito p. 1240-42. e nota che i
verbi in eggiare, par che almeno talvolta abbiano
un valore effettivamente continuativo, come fronteggiare, scarseggiare e molti, ma molti altri, e in diversi sensi continui, ben distinguibili dal frequente}
{e dal diminuitivo:
biancheggiare, rosseggiare, neutri ec.}
arsicciare (siccome in lat. ustulare, che anche i latini hanno i loro verbi puramente diminutivi);
ora l'una e l'altra insieme al modo de' verbi latini in itare, come canticchiare, canterellare,
{formicolare ec. (v. il Monti a questa voce, e alla v. frequentativo).} E
di altre tali formazioni di verbi {e d'altre voci;
formazioni} arditissime, utilissime a significare le differenze delle
cose, e moltiplicare l'uso delle radici, senza confondere i significati, abbonda
la lingua italiana in modo singolare, e più (credo io) che la latina, {e la stessa greca.} Ma de' continuativi manca affatto,
se alle volte non dà (come mi pare) questo o simile significato a qualche
frequentativo, o vogliamo spesseggiativo. {V. p. 1155.} Manca pure,
cred'io, la detta facoltà alla lingua greca, sì gran maestra nel diversificare e
modificare le sue radici, e moltiplicare le significazioni; ma per affermarlo mi
bisognerebbe più lunga considerazione. E nella stessa lingua latina, ch'ebbe
questa bella facoltà da principio, sembra che poi andasse in disuso, e in
dimenticanza, continuando forse talvolta ad usarsi, con formare nuovi verbi di
tal fatta, ma con una nozione confusa e non precisa del valore di tal
formazione, e con significato non ben distinto dagli altri verbi; come fecero
pure de' continuativi già formati e introdotti.
1118
Giacchè negli stessi antichi gramatici o filologi latini {de'
migliori secoli,} non trovo notizia nè osservazione positiva di questa
proprietà della loro lingua. {{V. p.
1160.}}
[1240,1] Una delle principali, vere, ed insite cagioni della
vera e propria ricchezza e varietà della lingua italiana, è la sua immensa
facoltà dei derivati, che mette a larghissimo frutto le sue radici. Osserviamo
solamente le diverse formazioni che dalle sue radici ella può fare de' verbi
frequentativi o diminutivi. Colla desinenza in eggiare
come da schiaffo,
1241 da vezzo, da arma, {da poeta, o poetare, da
verso,}
schiaffeggiare, vezzeggiare,
armeggiare, {poeteggiare,
verseggiare;}
{+(e così da
vano o vanare,
vaneggiare, e pargoleggiare, e spalleggiare ec. e
da favore, come favorare, e favorire, così favoreggiare,)} in icciare come da arso
arsicciare; in icchiare,
come da canto
canticchiare; in ellare come
da salto
saltellare; in erellare,
come pur da salto
salterellare, e da canto
canterellare; in olare, come
da spruzzo
spruzzolare, {da vòlto
voltolare, da rotare, rinfocare,
rotolare, rinfocolare, da giuocare, giuocolare, da muggire o mugghiare, mugolare, muggiolare, mugiolare;} in
igginare, come da piovere
piovvigginare; in uzzare,
come da taglio
tagliuzzare; in acchiare
come da foro
foracchiare; in ecchiare,
come da morso, roso, sonno, morsecchiare, rosecchiare, sonnecchiare;
{+(e così punzecchiare che anche si dice punzellare); in azzare come da scorrere
scorrazzare, da volare
svolazzare;}
{+in
eare come da ruota o rotare
roteare (che la Crusca chiama
V. A. non so perchè) alla spagnuola rodear,
blanquear cioè biancheggiare e imbiancare
ec.;} in ucchiare, come da bacio
baciucchiare; {in onzare come da ballo
ballonzare;} ed in altri modi ancora, che
neppur qui finisce il novero, {+senza
contare i sopraffrequentativi, o sopraddiminutivi, come ballonzolare, sminuzzolare ec. ec.
ovvero diminutivi de' frequentativi o viceversa.} E queste, e le altre
formazioni sono di significato certo, determinato, riconosciuto, convenuto e
costante, in modo che vedendo una tal formazione, e conoscendo il significato
della voce originaria, s'intende subito la modificazione che detta parola
formata esprime, dell'idea espressa dalla parola {materna.} La pazza idea per tanto (ch'è l'ultimo eccesso della
pedanteria) di voler proibire la formazione di nuovi derivati, è lo stesso che
seccare una delle principali e più proprie ed innate sorgenti della ricchezza di
nostra lingua. V.
1242 in questo proposito p. 1116-17. Io non dubito (e
l'esempio portato lo conferma) che nella immensità e varietà della facoltà certa
{stabile} e definita ch'ella ha dei derivati, {e nell'uso che ne sa fare, e ne ha fatto,} la lingua
nostra non vinca la latina, e la stessa greca. {+Alla quale però si rassomiglia assai anche per questa
moltiplicità di forme nelle derivazioni che hanno un medesimo o simile
significato, a differenza della latina, non già povera, ma più regolata e
con più certezza circoscritta in ciò, come nel resto. V. la p. 1134. fine.}
(29. Giugno 1821.). {+Queste
sono le vere cagioni e fonti per cui (se non le chiuderemo) la nostra lingua
resterà sempre superiore in ricchezza alle moderne, malgrado i nuovi
vocaboli ec. particolari, ch'elle vanno tuttogiorno acquistando.}
{{V. p. 1292. capoverso
1.}}
[2280,1] L'italiano mescolare, il
francese mêler, anticamente mesler, lo spagnolo mezclar derivano
evidentemente da un latino misculare o misculari, il quale è tanto ben formato da miscere (da cui abbiamo pur mescere) quanto joculari da jocari, speculari da specere, {+gratulari da gratari,} ed altri molti. E questo misculari trovandosi in tre
diverse lingue figlie della latina, dovè per necessità trovarsi in quella fonte
da cui tutte tre (ciascuna indipendentemente dall'altra) derivarono, cioè nel
volgare latino. Massimamente che le dette voci sono proprissime ciascuna della
sua lingua, fino da' principii di questa. V. il Forcell. il
Glossar. ec. che non ho consultati. Aggiungete che il francese
e lo spagnolo non hanno altro verbo che risponda a miscere, onde si vede che misculare prevalse
nell'uso volgare latino come infatti prevale
2281 nel
med.[medesimo] uso volgare, il mescolare italiano al mescere. {+Similmente prevale (e
questo è veramente il più volgare), prevale dico il mischiare, e questo è in anima e in corpo il misculare, o misculari latino, cambiato per proprietà di nostra pronunzia
il cul, in chi, del
che v. p. 980. marg.
Diciamo anche meschiare, ma è meno usuale, e
l'adoprarlo non è senza qualche affettazione o d'eleganza o d'altro.
V. il Gloss.
se ha nulla, e p.
2385.}
[2935,2]
Cespicare, incespicare, incespare. Vedi il Forcellini in Caespitator e il Glossario
in Cespitare.
(10. Luglio. 1823.).
[2986,1] È notabile che tutte le maniere di verbi
frequentativi o diminutivi italiani da me altrove enumerati pp.
1116-17
pp.
1240-42, come saltellare, salterellare ec. sono immancabilmente e solamente
della prima coniugazione, ancorchè il verbo originale e positivo sia d'altra
coniugazione, come scrivere, onde scrivacchiare ec.; nè più nè manco che in latino tutti i continuativi
e frequentativi o diminutivi (se non forse pochi anomali) del genere ch'io ho
preso ad esaminare, da qualunque coniugazione essi vengano; ed anche altri verbi
derivativi, {#1. sieno diminutt. sieno
frequentatt. sieno l'uno e l'altro insieme, ec.} di verbi originali
ec. con diverse formazioni, che non spettano alla mia teoria, {ed istituto,} come ustulare,
{misculare di cui altrove, ec, pp. 2280-81
pp. 2385-86
pandiculari, vellicare
(v. p. 2996. marg.), sorbillo, cantillo, conscribillo ec. cavillor, missiculo, claudico, ec. Anche in franc. tali verbi
diminutivi ec. e così in ispagn. mi par che sieno della 1.
coniugazione}
(17. Luglio 1823.)
[3064,2]
Alla p. 3061.
Che assare venga da ardere,
e sia lo stesso che arsare, oltre la verisimiglianza
ch'ha in se medesimo, considerando i significati di tali verbi, si fa eziandio
più probabile osservando che il nostro arrostire
(franc. rôtir) ch'equivale ad assare, viene da urere ch'equivale quasi ad
ardere (preso attivamente, come noi {sovente} lo prendiamo, e come bisogna considerarlo nel
caso nostro: v. Forcell. in ardeo e arsus participio pass., i Diz.
franc. in arder, e lo
spagn.). E che arrostire venga da urere, si dimostra guardando ch'egli è corruzione
{+(o che altro si voglia)}
d'abbrostire il quale {originariamente} è il medesimo verbo; e che abbrostire è quasi il medesimo che abbrostolire, il qual è corruzione di abbrustolare; e che abbrustolare, detratte
le lettere abbr (non so come premessegli) è appunto il
latino ustulare, il cui significato è nè più nè meno
quello di abbrustolare; e che ustulare è fatto da ustus di urere. Abbrustiare voce
fiorentina è quanto al materiale lo stesso che abbrustolare, mutato il tol
3065 (lat. tul) in ti, secondo il costume della lingua nostra (e massime
della fiorent. e toscana), come da oc-ul-us
occh-i-o, da masc-ul-us
masch-i-o, che i fiorent. dicono mastio ec. come ho
detto altrove p. 2358 (così da misc-ul-are
misch-i-are, i fiorentini mistiare). Le lettere abbr
{abr} o br paiono nelle nostre lingue esser proprie, non so perchè, delle voci
di questo tal significato o simile; come in abbrostire
e ne' sopraddetti (i franc. non conservano che l'r,
cioè rostir, ma questa sembra essere
un[un'] aferesi di abbrostire, o abrustire che sarebbe un vero
latino - barb.), {in}
brustolare, abbruciare ec.,
bruciare ec., abbronzare
ec. abbruscare (v. l'Alberti), brûler, abrasar ec. Forse
queste tutte sono corruzioni del latino amb (ambustus, amburere ec.).
Veggasi il
Glossario se ha nulla in proposito. Veramente abbruciare, bruciare, brûler, abrasar sembrano non
appartenere al latino, e da quella origine da cui essi vennero, fu tolto forse
ancora l'uso di premettere le lettere abbr, abr, br ad altre voci di
significato affine al loro,
3066 benchè {venute} d'altra origine, cioè latina ec. (30.
Luglio. 1823.).
[3182,1]
Trembler, temblar sono verbi
diminutivi, cioè fatti da un tremulare, il quale è da
tremere, come misculare
(onde mesler, cioè mêler,
mezclar, mescolare, meschiare, mischiare) da miscere, secondo che ho notato altrove pp.
2280-81
pp.
2385-86. Ma essi verbi trembler e temblar hanno il senso del positivo tremere che nel franc. e nello spagn. non si trova.
Noi abbiamo e tremare e tremolare, quello positivo, e questo, così di forma come di
significazione, diminutivo. Diciamo anche tremulare, o
piuttosto lo dicevano i nostri antichi, più alla latina, benchè questo verbo nel
buon latino non si trovi. Trovasi però nel
3183 basso
latino: v. il
Glossar.
Cang. Gli
spagnoli dicono pure tremolar
(Solìs
Hist. de Mexico, l. 1.
capit. 7. princip.), ma attivamente per agitare, dimenare, sventolare (come tremolar
unas
vanderas
nel cit. luogo del Solìs), alla qual
significazione par che appartenga l'ult. esempio del Gloss.
Cang. in Tremulare. (17. Agos. 1823.
Domenica.)
{Il Franciosini scrive tremular, lo chiama
vocabolo barbaro, e lo spiega tremare.}
[3514,2]
Alla p. 2984.
Vieil da veculus come
oeil da oculus, oreille da auricula o aurecula (corrottamente) ec. vermeil, vermiglio, vermejo da vermiculus o vermeculus ec. Sommeil è certamente un somniculus diminutivo, preso in senso positivo, come
somme da somnus. Resta
però il senso diminutivo
3515 a sommeiller che vien da somniculare come il
nostro sonnecchiare, e che serve a confermar la
derivazione di sommeil da somniculus. Appareil; apparecchio, apparecchiare, {sparecchio ec.}; aparejo, aparejar dimostrano
un diminutivo positivato appariculare per apparare, (come misculare
per miscere, di cui altrove pp. 2280-81
pp.
2385-86
p.
3182), appariculus per apparatus; voci ignote nel buon latino, ma comuni alle tre lingue
figlie. V. Glossar. ec. (25. Sett. 1823.). {
Parecchi, pareil, onde
appareiller, sono da pariculus ec. V. Gloss. ec. parejo
(cioè par) parejura ec.
Pelleja, pellejo,
pellico; pelliccia;
pelisse; spag. moderno pellìz, da pellicula ec. Lo spagn. ha
anche il positivo, piel. Semilla. Soleil. Ouaille da ovicula ec, come oveja spagn.}
[3764,4] Ai verbi diminutivi o frequentativi italiani da me
altrove raccolti pp. 1116-17
pp.
1240-42, aggiungi p. esempio di quelli in olare, crepolare da crepare, screpolare ec. (24. Ott.
1823.).
[3906,1] Alla lista de' verbi frequentativo - diminutivi
{#2. disprezzativi, vezzeggiativi ec.,
frequentativi o diminutivi semplicemente ec.} italiani, data da me
altrove pp. 1115-17
pp.
1240-42, aggiungi: in ettare, come da balbo, balbettare.
(25. Nov. 1823.).
[3907,4] Bisogna notare che i diminutivi positivati (verbi o
nomi {+ec.}) da me raccolti non
sieno di senso neanche frequentativo, nè disprezzativo, nè vezzeggiativo, nè
simile, {eccetto se tale non fosse anche} quello del
positivo, al quale esso deve insomma essere totalmente conforme. Misculare (a proposito di cui ho preso a discorrere
de' diminutivi
3908 positivati pp. 2280-83 ) a principio ebbe forse un
senso frequentativo, che poi perdè, restandogli quello del positivo. E così gli
altri, ciascuno de' quali (nomi o verbi) in origine dovettero in qualunque modo
differire nel senso dai positivi. Del resto i verbi in ulare ec. propriamente sono diminutivi e perciò spettano al mio
discorso. Hanno però talora un senso simile al frequentativo (come tanti verbi
italiani altrove da me notati pp. 1115-17
pp.
1240-42
p.
3764), ma non perciò si possono men giustamente porre fra' diminutivi,
giacchè solo dalla diminuzione ricevono quel tal potere di significar la
frequenza ec. il qual significato è {come} una specie
de' significati diminutivi ec. (26. Nov. 1823.)
[3955,2] Da chaudron
{#1. (caldaio)} diminutivo di chaudière
{+(calderone),}
chaudronnier in senso positivo cioè calderaio. Infiniti sono e in latino e massime nel
latino basso e nelle lingue figlie i derivati {+e di questo e d'altri molti generi, e sorte di
significati ec. V. p. 4006.} ec. che avendo un
senso positivo, e corrispondente a quello del positivo da cui hanno origine,
sono però fatti da un diminutivo (usitato o no, {#2. ed anche semplicemente supposto}) di esso
positivo, sia ch'essa[esso] diminutivo abbia un
uso positivato, o no, ec. e che tali voci derivino dal latino, o no, ec. {Vedi la pag. 3963. lin. 18
3980. lin 3. 4.} Forse la
ragione di tali derivativi che in senso positivo sono formati da' diminutivi, si
è che essi e fors'anche i diminutivi da cui derivano, hanno un senso
frequentativo o cosa simile. {purulentus,
purulentia ec, esculentus, virulentus, vinolentus {#(1.) v. la pag. 3968-9. 3992.} temulentus ec. nidulor. {#(2) se non è freq. o frequen. - dimin.}}
Infatti la diminuzione in senso di frequentazione assolutamente e unicamente,
ovvero in compagnia di questo senso, è comunissima nel latino nell'italiano ec.
come altrove in più luoghi. E molti assoluti frequentativi (verbi o nomi ec.)
non sono che per la forma diminutiva che hanno, e questa si è la sola che in
essi indica la frequenza ec. sia che i positivi {+di senso o di forma o d'ambedue ec.} si trovino
ed usino, o no, neanche vi possano essere, come spesso accade in italiano, ec.
p. e. balbettare non ha nè potrebbe
3956 avere balbare, al quale però
equivarrebbe ec. (8. Dec. Festa dell'immacolata Concezione di Maria.
1823.).
[3968,3] Ho detto, non mi ricordo il dove pp. 2280-81, di un diminutivo, mi pare, italiano che la sua
inflessione in ol (sia verbo o sia nome ec. che non mi
sovviene) dimostrava lui essere originariamente latino. Ma si osservi che la
diminuzione in olo, olare
ec. è non men propria dell'italiano moderno di quel che sia del latino quella in
ulus, ulare, olus (come in filiolus) ec.
Ben è vero ch'essa deriva onninamente da
3969 questa
latina, anzi è la medesima con lei. Del resto l'aggiunta dell'u in questa nostra inflessione (come in figliuolo ec.). 1. è una gentilezza della scrittura e
ortografia, un toscanesimo, non è proprio della favella, seppur non lo è della
toscana, e in tal caso, che non credo neanche in toscana
sia troppo frequente e' sarebbe un accidente della pronunzia. 2. non si trova
nelle più antiche scritture, nè in moltissime delle meno antiche, benchè esatte,
anzi fuorchè nelle moderne, {forse} nel più delle
scritture ella manca, {+e credo ancora
che manchi regolarmente anche oggidì, almeno secondo l'ortografia della
Crusca, in molte parole dove l'olo è pur lungo.} 3. ella svanisce regolarmente (per la
regola de' dittonghi mobili) sempre che l'accento non è sull'o: quindi da figliuolo
figliolanza ec. 4. essa è veramente una proprietà
italiana onde anche da sono, bonus e tali altri o semplici, facciamo uo, come suono, buono ec. siccome gli spagnuoli ue, che pur si risolve, o ritorna, in o
sempre che l'accento non è sull'e, come da volvo
buelvo e poi bolver ec.
{V. p.
4008.}
{+E anche quando la desinenza ec. in olus o ulus ec. non è
diminutiva, noi ne facciamo sovente uolo
{ec.} come da phaseolus,
fagiuolo ec.} 5. Essa manca sempre in
moltissime parole {italiane,} come in tanti verbi
diminutivi o frequentativi ec. in olare de' quali ho
detto altrove pp. 2280-81
pp.
1116-17
p.
1241, che sarebbe sproposito scrivere in uolare. Insomma essa giunta non è propria di questa tale italiana
inflessione diminutiva derivante dal latino, ma è un accidente di pronunzia o di
ortografia italiana o toscana, che ha luogo anche in infiniti altri casi
alienissimi da questa inflessione, e che in questa medesima non ha sempre luogo
ec. (10. Dec. dì della Venuta della S. Casa di Loreto. 1823.).
{{V. p. 3984. 3992. 3993.}}
[4000,3] Verbi frequentativi o diminutivi ec. italiani. Penzolare e spenzolare coi
derivati. Paiono però fatti da penzolo, e questo da
pendulus che non è diminutivo. Rotolare, rotolone ec.
(24. Dec. 1823.). {{Penzigliare, penzigliante. V. il pens. seg.}}
[4002,3] Dico altrove p. 3515 del nostro
cangiar talora il cul latino in gli, coll'es. di periglio
{ec.} Aggiungi spiraglio da
spiraculum che anche si dice spiracolo, come pure pericolo. (25.
Dec. dì del S. Natale. 1823.).
[4003,2] Frequentativi italiani ec. Vedi nell'anteced.
pensiero [p.
4003,1] un verbo sopraffrequentativo o sopraddiminutivo ec.,
come anche altri ve ne sono, o ne possiamo formare a piacere e giudizio dello
scrittore {parlatore} ec. (25. Dec.
1823.). {{V. la p. seg. [p.
4004,2].}}
[4005,2] Verbi diminutivi positivati. Ringhiare cioè ringulare da ringere. V. i franc. e spagn. (27. Dec.
1823.). Avvinchiare, avvinghiare, e molti altri simili verbi italiani in ghiare e chiare, iare ec. sono assoluti diminutivi ({quasi tutti e} per lo più o {tutti e} sempre
positivati), e diminutivi non in italiano ma in latino donde mostrano
assolutamente esser venuti, cioè da de' rispettivi verbi in ulare, noti o ignoti. Così molti verbi spagn. in jar, franc. in iller, ec. Così anche nomi e
altre voci ec. (27. Dec. 1823.). - {
Succhiare, succiare (sugo is, suggere, sucer ec.) Morchia (noi
marchigiani morca) - amurca.} Possono però tali verbi ec. esser fatti anche da
nomi o latini o italiani ec. noti o ignoti, come p. e. ringhiare da ringhio (nome usato), il quale
quando anche fosse da un ringulus, questo non sarebbe
diminutivo, o da nomi che essendo diminutivi in latino, in ulus, non lo sieno in italiano ec. (27. Dec. 1823. Festa di San Giovanni
Apostolo ed Evangelista.). Tali sono i verbi rugghiare e mugghiare, {#1. mugliare,
{#(1.) Veggasi la p. 4014. capoverso 4.}
mugolare, mugiolare, muggiolare coi derivati ec. di questi e di mugghiare, rugghiare
ec.}, del quale però mi ricordo aver parlato altrove p.
1241 e veggasi il detto quivi. (28. Dec. giorno degl'Innocenti.
1823.). {{Veggasi la pag. 4008.
capoversi 4. e ultimo [p.
4008,6]}}
[4009,4] Verbi frequentativi o diminutivi {ec.} ital. Morsecchiare, morseggiare
{(coi derivati ec.)} che la Crusca chiama quello
diminutivo e questo frequentativo di mordere. Aggrumolare da aggrumare
che non è della Crus., bensì aggrumato, digrumare
ec.
(8. Gen. 1824.).
[4019,1] Diminutivi positivati. Bouillon da bulla, bolla. (19. Gen. 1824.). Bouillonnement, bouillonner. Bulicare è corruzione di bollicare, dal quale abbiamo infatti bollicamento, e così bulicame
e[è] per bollicame che
non si trova, sia che queste voci vengano a dirittura da bolla come le suddette francesi, sia da bollire (che vien da bolla), come par voglia
la
crusca, che spiega bollicamento
per leggier bollimento (sarebbe dunque diminutivo), e
bulicare per bollire, di
cui sarebbe frequentativo o diminutivo o frequentativo - diminutivo. Bulicame però non ha che far con bollire, bensì con bolla. Eccetto pigliando
bollire, per far bolle senza
fervore: v. Bollire §. 4. e il Forcell. Pare però che bulicame
si dica propriamente delle acque bollenti benchè senza
fuoco. ec. (19. Gen. 1824.). Vedi la pag. 4004. capoverso 2. Moisson diminutivo positivato di messis.
(19. Gen. 1824.).
[4021,4]
Rinnovellare, innovellare,
renouveler, renovello,
lat. (v. gli spagn.) {ec.} diminutivi positivati; si
aggiungano al detto altrove p. 3751 di novellus ec. (22. Gen. 1824.).
[4022,7] Verbi frequentativi o diminutivi o frequentativi -
diminutivi o diminutivi positivati, italiani. Rinfocolare, rinfocolamento, da
rinfocare ec. (27. Gen. 1824.).
[4029,4]
Sbarbare - sbarbicare, abbarbicare o abbarbicarsi.
Al detto altrove pp. 3006-3007
p.
4004 sopra i nostri verbi in ĭcare, fatti da
verbi originali usati o no, o pur da nomi ec. (11. Feb. 1824.).
{{Barbare-barbicare.}}
[4030,8] Cangiamento del cul lat.
in chi ital. Bernoccolo
(voce affatto italiana, v. però il Gloss. e i
vari dizionari) co' suoi derivati - bernocchio che
vale lo stesso. (15. Feb. Domenica di Settuagesima. 1824.).
[4036,8] Verbi frequentativi o diminutivi italiani. Balzare - balzellare.
(28. Feb. 1824.).
[4040,5]
Spiare - spieggiare.
(3. Marzo, dì delle S. Ceneri. 1824.). Scoppiare, scoppiata
sustantivo - scoppiettare,
scoppiettata, scoppiettio. (4. Marzo. 1824.). {{Incrociare - incrocicchiare, croce - crocicchio ec.}}
[4046,8] I nostri nomi diminutivi o disprezzativi {ec.} in acchio
ecchio ec. e i verbi diminutivi o frequentativi o
disprezzativi ec. in acchiare
ecchiare ec. sono di una forma espressamente originata
dal latino, cioè dalla forma diminutiva o frequentativa
4047 ec. in culus e culare. Lo stesso dico de' nomi e verbi francesi diminutivi o
frequentativi o disprezzativi ec. in ail
aille
ailler
iller
{+
eiller (sommeiller)} ec. de' quali altrove pp. 2375-76
pp. 3514-15
p.
3991
p. 4005. E credo che anche lo spagn. in illo o illar ec. venga da essa forma latina
(come periglio
péril ec. da periculum, del
che in più luoghi p. 3515
p.
3557) più tosto che da quella in illus
illare ec. (15. Marzo. 1824.).
[4050,8] Della superiorità della lingua latina sulla greca
per certe parti e qualità, del che ho detto in proposito dei continuativi di cui
i greci mancano p. 1117
p. 2142
pp. 2784-86, cioè non ne hanno un genere determinato, si può dire lo
stesso
4051 rispetto agl'incoativi, di cui i greci non
hanno un genere e forma così determinata e assegnata come i latini, sebbene si
servono molto spesso, a significar l'incoazione, di verbi in ίζω fatti da quelli
che significano l'azione o passione positiva, o aggiungono a' temi in άω, έω ec.
il ζ, facendone άζω, έζω ec. Ma queste forme non sono così precisamente
determinate alla significazione incoativa, perchè infiniti verbi così formati ne
hanno tutt'altra, infiniti significano lo stesso che il primo tema (del che
altrove pp. 2825-26
pp.
3284. sgg., sebben forse in origine potranno avere avuto diverso
senso), infiniti non hanno altro tema, almen noto, e non significano cosa
incoativa ec. sia che questi e i sopraddetti abbiano perduta col tempo siffatta
significazione, e confusala ec. sia che mai non l'abbiano avuta, il che, di
moltissimi almeno, è certo, perchè molte volte la desinenza in ίζω o ζω è
frequentativa. Anche de' frequentativi determinati ec. mancano i greci, mentre
gli hanno non solo i latini ma gl'italiani (e moltissimi generi, come pure in
latino ve n'è più d'uno), i francesi ec. Mancano ancora de' {verbi} disprezzativi, vezzeggiativi ec. ec. che i latini e
gl'italiani ec. hanno, e più d'un genere. (21. Marzo. 1824.).
[4051,1] Molti di quelli che io chiamo diminutivi positivati,
si potranno chiamare in vece disprezzativi o vezzeggiativi o frequentativi ec.
positivati, sì verbi che nomi, sì sostantivi che aggettivi ec. Ma chiamarli
generalmente diminutivi non è da potersi riprendere, perchè tali sono
propriamente tutti, e la diminuzione è il mezzo con cui essi significano
disprezzo, vezzeggiamento ec. secondo che ella è applicata ed intesa. (21.
Marzo 1824.).
[4053,5]
Origliare, origliere da auricula. Nuova prova del cangiarsi spesso il cul de' latini in gli ital.
benchè per auricula noi diciamo orecchia, non oreglia, come i francesi.
(25. Marzo. dì della SS. Annunziata 1824.). {{Diciamo anche, ed oggi meglio, orecchiare.}}
Speculum - speglio antico e
poetico. (26. Marzo. 1824.).
[4072,1] Diminutivi positivati. Piscis - poisson. Notisi che de' diminutivi
positivati {delle lingue moderne} altri hanno la
diminuzione latina e questa o sonante diminuzione anche nelle lingue moderne o
no, altre la diminuzione moderna affatto e non latina (18. Aprile. Pasqua.
1824.) e questa talora è diminuzione in quella tal lingua, talora in
essa no, ma in altre moderne o in altra, sia sorella sia straniera, e sia che
quella tal parola si trovi veramente in quest'altra lingua o non vi si trovi
più, almeno con quella diminuzione. P. e. potrebb'essere che alcune voci
francesi in in ine ec. in cui questa desinenza è
additizia, perchè esse parole si trovano senza tal desinenza in latino o in
italiano ec. sieno originariamente diminutivi positivati presi dall'italiano,
quando
4073 bene in questo non si trovino più, almeno
colla diminuzione, nè positivata nè veramente diminutiva. (19. Aprile
1824.). {{Così dicasi de' verbi, ec.}}
[4089,3] Il diminuimento spagnuolo in ico
{ica} dee venire dal latino
iculus, icula, iculum, come ho detto altrove pp. 3514-15 di altre diminuzioni
spagnuole italiane francesi. (17. Maggio. 1824.).
[4090,3]
Rodo - rosum - rosicchiare, rosecchiare,
rosicare (volg.). Frequentativo o diminutivo.
(20. Maggio. 1824.).
[4105,1]
Dilettare - dileticare coi
derivati ec. frequentativo o diminutivo alla latina, e può anche aggiungersi
agli esempi delle forme frequentative italiane di verbi, da me altrove raccolte.
Avvertasi però che ha un significato diverso da dilettare, e forse è corruzione di solleticare, e così diletico, che altrimenti
sarà un diminutivo o frequentativo di diletto. {Farneticare.}
(29. Giugno. Festa di S. Pietro. giorno mio natalizio.
1824.).
[4117,6]
Scappare - scapolare.
[4149,1]
Strascinare - strascicare,
strascico ec. Biasciare
- biascicare.
[4151,1]
4151
Germer, germinare lat. e
ital. - germogliare quasi germiculare o germuculare, o germinuculare. Così germoglio, quasi germiculus o germuculus, diminutivo positivato di germen, germe. - Spiccare - spicciolare, spicciolato ec. Abbrustolare, abbrustolire ec. Aggrumolare. Aggroppare -
aggrovigliare.
[4168,1]
4168
Pece, pegola, impegolare ec.
[4173,1]
Piaggia, spiaggia,
diminutivi positivati di plaga, da plagula, come nebbia da nebula, ec. ec.
[4196,1] Dove parlo p. 1230
p. 3001_3 di repo, repto, inerpicare ec.
osservisi che i Latini hanno anche erepo. Sueton.
Tiber. cap. 60.
{{V. Forcellini.
Irrepo, subrepo, adrepo ec.}}
[4239,4]
Misceo, mixtus, misto - mestare (quasi da
mesto per misto, come
meschio per mischio, e
meschiare, mescolare
ec.) rimestare - mesticare
(noi marchegiani diciamo più alla latina misticare,
misticanza ec.); coi derivati.
[4257,4] Undatus - undulatus. Ondato - ondeggiato, ondare -
ondeggiare, coi derivati ec. ondazione (Segneri
ib. c. 16. §. 2.)
- ondulazione, undulazione (Alberti). Ondoyer, ondoyé.
Ondulation.
[4259,2] Scappare - scapolare. Saltabellare.
Scartabellare.
[4263,1] Pennelleggiare. Tratteggiare.
[4280,2] Badare - badigliare, sbadigliare ec.; badaluccare,
badalucco ec. V. N. Ricoglitore, loc. cit.
qui sopra, p. 162-3. {{Rosecchiare,
rosicchiare.}}
[4283,5]
Bucherare. Spicciolato.
[4287,2]
Vagheggiare, bellissimo verbo.
[4287,5]
Béqueter. Nutrire, nodrire - nutricare
nodricare. V. Forc.
Frigere - fricasser.
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