2. Sett. 1821.
[1611,1] Nessun genere di animali o di cose, per essere qual
deve, ebbe o ha bisogno che sorga un suo individuo fornito di singolari
prerogative naturali o acquisite, che accada la tale scoperta importante, che
{si} dieno le tali e tali infinite combinazioni ec.
ec. La natura quando lo formò, fu ben certa ch'esso sarebbe qual doveva essere,
e qual ella voleva. Ma il genere umano ha avuto ed ha bisogno di tutto ciò, per
arrivare ad essere (così dicono) qual deve. Or dico io: perchè la perfezione
cioè il vero modo di essere del solo genere umano fu abbandonato dalla natura al
caso? È questo un privilegio, o un immenso svantaggio?
1612 Egli è certo che le facoltà del più privilegiato individuo umano,
non bastano di gran lunga a condurlo a quella che si chiama perfezione. Dunque
la natura non ha provveduto alla perfezione cioè al ben essere dell'uomo. - Ma
egli è fatto per la società. - Neppur basta ch'egli si metta in questa società.
Bisogna che questa duri una lunghissima serie di generazioni, e che si stenda
fino a divenir quasi universale. Allora solo l'uomo, e l'individuo potrà
avvicinarsi a quella perfezione alla quale ancora non siamo arrivati. È egli
possibile che tutto ciò sia necessario al ben essere dell'uomo. E che la sua
perfezione fosse posta dalla natura au bout di sì
lunga e difficile carriera, che dopo seimila anni ancora non è compiuta? Oltre
ch'ella, come risulta, dal sopraddetto, non poteva esser sicura che l'uomo vi
arrivasse mai, essendo stata opera di circostanze non mai essenziali, tutti i
pretesi progressi che si son fatti. (2. Sett. 1821.).