21. Sett. 1821.
[1763,1] Qualunque assuefazione o abito, non è altro che
un'imitazione, in questo modo, che l'atto presente, imita l'atto o gli atti
passati. Ciò tanto nell'uomo, quanto negli animali: tanto nelle assuefazioni che
si contraggono da se, {e spontaneamente,} e senza
volontà determinata, attenzione ec. quanto in quelle che ci vengono comunicate,
insegnate, ec. ec. o per forza, o per amore, o per istudio, e con attenzione e
volontà di assuefarsi ec. ec. ec. Il cavallo che accelera il passo o si mette in
moto ad una certa voce, imita quello che fece altre volte, e quello che l'uomo
da principio lo costrinse a fare, nel mentre che gli fece udir quella voce. Così
e non altrimenti, l'uomo apprende, impara, ed acquista sì le facoltà e
discipline intellettuali, che le abilità, e le facoltà materiali o miste. Qui
pure, la natura dell'animo umano è quella stessa del bruto. (21. Sett.
1764 1821.)