23. Nov. 1821.
[2152,1] Di molte facoltà umane che si considerano come
naturali, o poco meno, o volute dalla natura ec., considerandole bene si vedrà,
che la natura non ne avea posto nell'uomo neppure (per dir così) la
disposizione, una disposizione cioè determinata, diretta, vicina, ma così
lontana, ch'essa non è quasi altro che possibilità. Così è. Infinite sono {e
comunissime} e giornaliere quelle facoltà umane, delle quali l'uomo
non deve alla natura, altro che la purissima possibilità di acquistarle, e contrarle. (23. Nov.
1821.).