22. 7bre 1820.
[250,1] Una prova evidente e popolare, {frequente nella vita, e giornaliera,} che il piccolo è considerato come grazioso, si è il
vezzo dei diminutivi che si sogliono applicare alle persone o cose che si amano,
o si vogliono vezzeggiare, pregare, addolcire, descrivere come graziose ec. E
così al contrario volendo mettere in ridicolo qualche persona o cosa tutt'altro
che graziosa, se le applica il diminutivo perchè la renda ridicola colla forza
del contrasto. Quest'uso è così antico
251 (nel latino,
greco ec.) e così universale oggidì che si può considerare come originato dalla
natura, e non dal costume o dalla proprietà di questa o quella lingua. E i
francesi che non hanno se non pochissimi diminutivi, nei casi detti di sopra,
fanno grand'uso di questi pochissimi, o suppliscono col petit, dimostrando che l'inclinazione ad attribuire ed esprimer
piccolezza in quelle tali circostanze, non è capriccio o assuefazione, ma
natura, ed effetto di un'opinione innata che la piccolezza sia quasi compagna
della grazia e piacevolezza, cose ben distinte dalla bellezza colla quale non ha
che fare questo attributo. E nello stesso modo, volendo ingiuriare, dipingere
come sgraziato, discacciare, ec. ec. qualunque persona o cosa, si adopera
l'accrescitivo; e in genere l'accrescitivo par che sempre tolga grazia al
soggetto, anzi sia l'opposto della grazia, e piacevolezza. (22. 7bre
1820.)