28. settembre 1820.
[251,1]
Bonaparte per isnidare i malandrini da
una contrada di Parigi v'introdusse i giullari e i
giocolieri per richiamarvi il popolo, e frequentarla. (V. Lady
Morgan, France liv. 5. principio). Il Papa alcuni
mesi addietro per isnidare i malviventi da Sonnino luogo
di loro rifugio nei confini del suo stato verso Napoli,
decretò la distruzione di quel paese. Bonaparte popolò il nido dei ladroni per cacciarneli, e ottenne
252 l'intento; il Papa giudicò di non potere ottenerlo fuorchè colla
distruzione di quel luogo. Dice Cicerone che si devastano e
distruggono le città nemiche, ma che se distruggiamo le nostre proprie, ci
caviamo gli occhi di nostra mano.
[252,1] Alla tirannia fondata sopra l'assoluta barbarie,
superstizione, e intera bestialità de' sudditi, giova l'ignoranza, e nuoce
definitivamente e mortalmente l'introduzione dei lumi. Perciò Maometto, con buona ragione proibì gli studi. Alle
tirannie esercitate sopra popoli inciviliti fino a un certo punto, fino a quel
mezzo, nel quale consiste la vera perfezione dell'incivilimento e della natura,
l'incremento e propagazione dei lumi, delle arti, mestieri, lusso ec. non
solamente non pregiudica, ma giova sommamente, anzi assicura e consolida la
tirannia, perchè i sudditi da quello stato di mediocre incivilimento che lascia
la natura ancor libera, e le illusioni, e il coraggio, e l'amor di gloria e di
patria, e gli altri eccitamenti alle grandi azioni, passa all'egoismo,
all'oziosità riguardo all'operare, all'inattività, alla corruttela, alla
freddezza, alla mollezza ec. La sola natura è madre della grandezza e del
disordine. La ragione tutto all'opposto. La tirannia non è mai sicura se non
quando il popolo non è capace di grandi azioni. Di queste non può esser capace
per ragione, ma per natura. Augusto,
Luigi 14. ed altri tali mostrano di
aver bene inteso queste verità. (28. 7.bre 1820.).