22. Maggio 1823.
[2712,1] Ho detto che la filosofia moderna, in luogo degli
errori che sterpa, non pianta nessuna
2713 verità
positiva. Intendo verità semplicemente nuove; verità di cui vi fosse alcun
bisogno, che avessero alcun valore, alcuno splendore, che meritassero di essere
annunziate e affermate, che non fossero al tutto frivole e puerili, che non
fossero manifestissime e conseguenti per se medesime, se gli errori contrarii
non avessero avuto luogo, o non esistessero oggidì nelle menti degli uomini. Per
esempio la filosofia moderna afferma che tutte le idee dell'uomo procedono dai
sensi. Questa può parere una proposizione positiva. Ma ella sarebbe frivola, se
non avesse esistito l'errore delle idee innate; come sarebbe frivolo l'affermare
che il sole riscalda, perchè niuno ha creduto che il sole non riscaldasse, o
affermato che il sole raffredda. Ma se questo fosse avvenuto, allora neanche
quella verità o proposizione, che il sole riscalda, sarebbe tenuta frivola. Di
più l'intenzione e lo spirito di quella proposizione che tutte le nostre idee
vengono dai
2714 sensi, è veramente negativo, ed essa
proposizione è come se dicesse, L'uomo non riceve nessuna idea se non per
mezzo dei sensi; perch'ella mira espressamente ed unicamente ad
escludere quell'{antica} proposizione positiva che
l'uomo riceve alcune idee per altro mezzo che per quello dei sensi; ed è stata
dettata dalla sottile speculazione di chi ben guardando nel proprio intelletto
s'avvide che niuna idea gli era mai pervenuta fuori del ministerio dei sensi.
Questo è un procedere affatto negativo, sì nella scoperta, sì ancora
nell'enunciazione, perchè infatti da principio quella verità fu annunziata come
negazione dell'errore contrario che allora sussisteva. Così discorrete
d'infinite altre proposizioni o dogmi ec. della filosofia moderna, che hanno
aspetto di positivi, ma che nello spirito, nella sostanza, nello scopo, e nel
processo che il filosofo ha tenuto per iscoprirli, sono, o certo originalmente
2715 furono, negativi. (22. Maggio
1823.).