23. Apr. 1824.
[4079,1] Nel Dialogo della Natura e dell'Anima ho
considerato come la ragione e l'immaginazione e in somma le facoltà mentali
eccellenti nell'uomo sopra quelle di ciascun altro vivente, gli sieno causa di
non poter mai o quasi mai, e in ogni modo difficilmente, far uso di tutte le sue
forze naturali, come fanno tutto dì e
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difficultà veruna tutti gli altri animali. Aggiungi. Si dice che i pazzi hanno
una forza straordinaria, a cui non si può resistere, massime da solo a solo. Si
crede che la loro malattia dia questa forza per se stessa, al contrario di tutte
l'altre infermità. Non è egli chiaro che ciò procede dal non aver essi in se
medesimi niuno impedimento a usare tutte le loro forze naturali? che i pazzi
hanno più forza degli altri, solo perchè usano tutte quelle che hanno, o maggior
parte che gli altri non usano? appunto come fa un animale nè più nè meno. Dal
che deduco: quanti animali che si dicono fisicamente essere più forti dell'uomo,
in verità non lo sono! quante forze debbe avere perdute l'uomo per i progressi
del suo spirito, non solo radicalmente, ma anche per essere impedito a usare
quelle che gli rimangono! quanto è più forte l'uomo, anche corrotto e
indebolito, di quel che egli si crede. I pazzi lo dimostrano, che sovente
superano di forze fisiche persone molto più robuste di loro, ed animali creduti
ordinariamente più forti dell'uomo a corpo a corpo. L'ubbriachezza accresce le
forze non solo radicalmente, ma eziandio negativamente per l'uso, che ella
impedisce o turba, della ragione. Senza un'assoluta mancanza o sospensione di
quest'uso, niuno uomo nè anche irriflessivo, nè anche fanciullo, nè anche
selvaggio, nè anche disperato (i quali però tutti si vede per esperienza che
hanno {o piuttosto mostrano di avere} a proporzione
molta più forza de' loro contrari), non usa, nè anche ne' maggiori bisogni, ne'
maggiori pericoli, tutte le forze precisamente che egli ha in tutte le loro
specie e in tutta la loro estensione. Non così gli animali: o certo essi
risparmiano infinitamente minor parte delle loro
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forze, anche ne' menomi pericoli, bisogni, desiderii, propositi, che non
risparmia l'uomo, anche il più disperato ec., ne' maggiori. (23. Apr.
1824.). {{Il detto de' pazzi dicasi
proporzionatamente de' disperati.}}
{{V. p. 4090.}}