110. Forse l'uomo sarebbe felice vivendo naturalmente. Prove. Ma ora è incapace di questa felicità. L'uomo non è privo d'istinto per natura, ma lo perde per effetto dell'arte. La differenza di vita fra esso e gli altri animali è un effetto di circostanze, non di natura.
Perhaps man would be happy living naturally. Proofs. But today man is incapable of this happiness. Man is not deprived of instinct by nature but loses it because of art. The difference between man's life and that of the other animals is the result of circumstances, not of nature.
56[56,1] Com'è costantissimo e indivisibile istinto di tutti gli
esseri la cura di conservare la propria esistenza, così non è dubbio che quasi
il compimento di questa non sia l'esserne contento, e l'odiarla o non
soddisfarsene non sia un principio contraddittorio il quale non può stare in
natura e molto meno in quell'essere il quale senza entrare nella teologia, è
chiaro ch'essendo l'ordine animale il primo in questo globo e probabilmente in
tutta la natura cioè in tutti i globi, {ed} egli
essendo evidentemente il sommo grado di quest'ordine, viene a essere il primo di
tutti gli esseri nel nostro globo. Ora vediamo che in questo è tanta la
scontentezza dell'esistenza, che non solo si oppone all'istinto della
conservazione di lei, ma giunge a troncarla volontariamente, cosa diametralmente
contraria al costume di tutti gli altri esseri, e che non può stare in natura se
non corrotta totalmente. Ma pur vediamo che chiunque in questa nostra età sia di
qualche ingegno deve necessariamente dopo poco tempo cadere in preda a questa
scontentezza. Io credo che nell'ordine naturale l'uomo possa anche in questo
mondo esser felice, vivendo naturalmente, e come le bestie, cioè senza grandi nè
singolari e vivi piaceri, ma con una felicità e contentezza sempre, più o meno,
uguale e temperata (eccetto gl'infortuni che possono essere nella sua vita, come
gli aborti le tempeste e tanti altri disordini (accidentali, ma non sostanziali)
in natura) insomma come sono felici le bestie quando non hanno sventure
accidentali ec. Ma non già credo che noi siamo più capaci di questa felicità da
che abbiamo conosciuto il voto delle cose e le illusioni e il niente di questi
stessi piaceri naturali del che non dovevamo neppur sospettare: tout homme qui pense est un être
corrompu
*
, dice il Rousseau, e noi siamo già tali. E pure vediamo che questi
piccoli diletti non ostante che noi siamo già guasti pur ci appagano meglio che
qualunque altro come dice Verter ec. {e vediamo il minore
scontento dei contadini, ignoranti ec. (quantunque essi pure assai lontani
dallo stato naturale) che dei culti, e dei fanciulli massimamente, che dei
grandi.} E l'esser l'uomo buono per natura, e guastarsi
necessariamente nella società, può servir di prova a questo sistema, e il veder
che le bestie non hanno tra loro altra società che per certi bisogni, del resto
vivono insieme senza pensar l'una all'altra, e che l'istinto si vien perdendo a
proporzione che la natura è alterata dall'arte onde è grande nelle bestie e nei
fanciulli, piccolo negli uomini fatti, ma ciò non prova che l'uomo sia fatto per
l'arte ec. giacchè la natura gli aveva dato quegl'istinti ch'egli perde poi ec.
Sì che si potrebbe pensare che la differenza di vita fra le bestie e l'uomo sia
nata da circostanze accidentali e dalla diversa conformazione del corpo umano
più atta alla società ec.