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38. Giudizio sopra la lirica del Filicaia.

Critique of Filicaia's poetry.

24

[24,2]  Il Filicaia va dietro al sublime e anche l'arriva, ma parlando sempre di cose della nostra Religione ha tolto a imitare quel sommo sublime della scrittura, e per questo sommo sublime si fa pregiare, che del resto, quando o non lo cerca o non lo arriva, non ha quasi cosa ch'esca gran fatto dall'ordinario, non ha punto di leggiadria mai, non ha in nessun modo la varietà del Testi ec. Ma anche dove ha quel sommo sublime di stile simile allo scritturale e profetico, non è molto piacevole per cagione della monotonia delle sue Canzoni e perchè {le impressioni di} quel sommo sublime essendo troppo veementi non possono durar gran tempo e si spengono, e il lettore ci si assuefà, sì che con quella monotonia, viene a rendersi il sublime inefficace, e le odi stucchevolucce. Le migliori sono quelle per l'assedio e la liberazione di Vienna, e tra queste a mio giudizio quella che incomincia Le corde d'oro elette * . Sono anche queste macchiate qua e là del seicentismo. Le parole, locuzioni, metafore prosaiche non mancano, come quello: a tua Pietà m'appello * della 1. Canzone, e nella seconda: E al tuo soldo arrolata è la vittoria * .

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