93. Del derivar nuove voci dalle nazionali già note. Del trarne dal greco.
On deriving new words from the already known native ones. On deriving them from Greek.
50[50,1]
50 A quello che ho {detto} nel
3. pensiero avanti al presente si
aggiunga che le parole nuove si devono anche cavare dalle radici che sono nella
propria lingua, e questa è una fonte principalissima e dalla quale Dante che passa pel creatore della lingua
derivò una grandissima, e forse la massima parte delle voci ch'egli introdusse.
E {i derivati da} questa fonte serbando com'è naturale
il colore nativo della lingua più che qualunque altro, se son fatti con
giudizio, vengono a formare il miglior genere di voci nuove che si possano
creare ec. ec. Ma questa fonte è tanto più scarsa quanto meno sono le radici
cioè quanto la lingua è meno ricca, onde la lingua francese cedendo in questo
senza paragone all'italiana non è dubbio che di voci nuove secondo {il} bisogno, che non alterino la fisonomia della lingua
ma consuonino ec. dev'essere molto più atta a produrne la lingua italiana che la
francese. E infatti questa che passa per ricchissima in vocaboli delle arti e
scienze ec. è infatti poverissima, giacchè questi vocaboli non li piglia dal suo
fondo, ma di peso dalle altre lingue come dalla greca onde disdicono e stuonano
manifestamente col resto della lingua e l'alterano e imbastardiscono, e ciò
perchè non sono lingue di uno stesso genere ma diversissime, il cui genio {anche nelle pure voci} non ha che fare con quello della
francese, all'opposto della latina rispetto all'italiana principalmente. Ora
questa ricchezza tanto è loro quanto nostra, perchè è chiaro che non trattandosi
di ricchezza αὐτόχϑων ma di roba presa altrove, tutti possono prenderla
egualmente e colla stessa spesa, massime noi italiani, ai quali non è niente più
difficile da στερεοτυπία di fare stereotipia, di quello che ai francesi
stéréotypie ec. ec. {e di formar nuovi composti greci com'è
questo ec.} sì che è ricchezza fittizia, non propria, ascita, misera,
comune a tutti, e dannosa. Oltracciò i derivati dalle proprie radici sono subito
{di} noto significato, e intesi da tutti, così in
massima parte dalla lingua latina (dalla quale già non si dee prendere quello
che non sarebbe comunemente inteso) ma questi altri non si capiscono da nessuno
se non ci mettete la spiegazione etimologica ec. ovvero se non li mettete nel
vocabolario col loro significato, quando non sieno appoco appoco passati in uso,
ma ciò non può esser successo senza il detto massimo inconveniente nel
principio.