4. Ott. 1821.
[1841,2]
{Alla p.
1840.} La ragione senza notizia del sistema del
bello, delle illusioni, entusiasmo ec. e di ciò che spetta all'immaginazione e
al cuore, è essa medesima un'illusione, e un'artefice di mitologia, come lo sono
le dette cose. Bensì di una bruttissima,
1842 e
acerbissima mitologia. La stessa essenziale inimicizia della ragione colla
natura, la pone in necessità di perfettamente conoscerla, il che non si può
senza sentirla. Come può ella combattere un nemico che non conosca punto? Ora la
natura in quanto natura è tutta quanta essenzialmente poetica. Da che natura e
ragione sono nemiche per essenza, l'una dipende o è legata essenzialmente
coll'altra, come lo sono tutti i contrari; e non si può considerar l'una
isolatamente dall'altra. O piuttosto non si può considerar la ragione
staccatamente dalla natura (bensì al contrario) perchè la ragione sebbene
nemica, è posteriore alla natura, e da lei dipendente, ed ha in lei {sola} il fondamento e il soggetto della sua esistenza, e
del suo modo di essere. (4. Ott. 1821.).