Roma. 14. Marzo. 1823. secondo Venerdì di Marzo.
[2682,1]
2682 Grazia dal contrasto. {Conte}
Baldessar Castiglione, Il
Libro del Cortegiano. lib. 1. Milano,
dalla Società tipogr. de' Classici italiani, 1803. vol. 1. p. 43-4. Ma avendo io già più volte pensato meco, onde nasca questa
grazia, lasciando quegli che dalle stelle l'hanno, trovo una regola
universalissima; la qual mi par valer circa questo in tutte le cose
umane, che si facciano, o dicano, più che alcuna altra; e ciò è fuggir
quanto più si può, e come un asperissimo e pericoloso scoglio la
affettazione; e, per dir forse una nuova parola, usar in ogni cosa una
certa sprezzatura, che nasconda l'arte, e dimostri, ciò che si fa, e
dice, venir fatto senza fatica, e quasi senza pensarvi. Da questo credo
io che derivi assai la grazia: perchè delle cose
rare, e ben fatte ognun sa
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{+(p. 44. dell'edizione)}
la
difficultà, onde in
esse
la facilità
genera grandissima maraviglia; e per lo
contrario, lo sforzare, e, come si dice, tirar per i capegli, dà somma
disgrazia, e fa estimar poco ogni cosa, per grande ch'ella si
sia.
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(Roma 14. Marzo. 1823. secondo Venerdì di
Marzo.).