10. Maggio 1821.
[1026,1] Se i principi risuscitassero le illusioni, dessero
vita e spirito ai popoli, e sentimento di se stessi; rianimassero con qualche
sostanza, con qualche realtà gli errori e le immaginazioni costitutrici e
fondamentali delle nazioni e delle società; se ci restituissero una patria; se
il trionfo, se i concorsi pubblici, i giuochi, le feste patriotiche, gli onori
renduti al merito, ed ai servigi prestati alla patria tornassero in usanza;
tutte le nazioni certamente acquisterebbero, o piuttosto risorgerebbero a vita,
e diverrebbero grandi e forti e formidabili. Ma le nazioni meridionali
massimamente, e fra queste singolarmente l'italia e la
grecia (purchè tornassero ad esser nazioni)
diverrebbero un'altra volta invincibili. Ed allora
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si tornerebbe a conoscere la vera ed innata eminenza della natura meridionale
sopra la settentrionale, eminenza che le nostre nazioni ebbero sempre, mentre
non mancarono di forti, grandi, e generali illusioni, e de' motivi e
dell'alimento di esse; eminenza che da gran tempo, ma specialmente oggi, sembra
per lo contrario, con vergogna, dirò così, della natura, appartenere (e non solo
nella guerra, ma in ogni genere di azione, di energia, e di vita) agli abitatori dei ghiacci e delle nebbie, alle regioni meno
favorite, anzi quasi odiate dalla natura:
*
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Quod latus mundi nebulae malusque
Juppiter urget.
[1027,1]
{Notabile che
come gli antichi si rassomigliano al carattere meridionionale e i moderni al
settentrionale, così la civiltà ec. antica fu principalmente meridionale, la
moderna settentrionale. È già notato che la civiltà progredisce da gran
tempo (sin da' tempi indiani) dal sud al nord, lasciando via via i paesi del
sud. Le capitali del mondo antico furono Babilonia,
Menfi, Atene,
Roma; del moderno, Parigi,
Londra, Pietroburgo! che
climi!} Conseguenza naturale dell'esser tolta ai popoli meridionali
l'attività e l'uso della molla principale della loro vita, cioè della immaginazione; molla che quando è
capace di azione (e non può esserlo senza le circostanze corrispondenti) vince
la forza di tutte le altre molle che possono fare agire i popoli settentrionali,
e qualunque popolo. Anzi veramente i popoli settentrionali, massime i più
bellicosi e terribili, non agiscono per nessuna molla, per nessuna forza propria
{del loro meccanismo, ed interna;} ma per mero
impulso altrui, per mera influenza di coloro, ai quali essi ubbidiscono, se
anche sono comandati di mangiar della
paglia. (10. Maggio 1821.).
