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8-9. Giu. 1821.

[1148,1]  Alla p. 1107. Quantunque il Forcellini chiama acceptare frequentativo di accipere, sed, aggiunge, eiusdem fere significationis. Ora la differenza della significazione la può sentire ne' detti esempi ogni buon orecchio, sostituendovi il verbo accipere. E quanto al frequentativo, osservi ciascuno che differenza passi dal ricevere annualmente una tale o tale entrata, ch'è azione continua rispettivamente alla natura del ricevere, al ricevere frequentemente; azione che non importa ordine, nè regola, nè determina il come, nè il quando nè con quali intervalli {si} riceva.
[1148,2]  Ed a questo proposito porterò un luogo di Plauto, dove Arpage venuto per pagare un debito  1149 del suo padrone, dice a Seudolo servo del creditore
Tibi ego dem? *
Risponde Seudolo
Mihi hercle vero, qui res rationesque {heri}
Ballionis curo, argentum adcepto, expenso, et cui debet, dato. *
(Pseud. 2. 2. vers. 31. seq.)
Ecco tre continuativi, e nella loro piena forza e proprietà: adceptare da adceptus di adcipere, expensare da expensus di expendere, e datare da datus di dare. {+Crediamo noi che Plauto abbia posti a caso questi tre verbi in fila, tutti d'una forma, in cambio de' loro positivi?} Ma qui stanno e debbono stare i continuativi in luogo de' positivi, perchè questi esprimono una semplice azione, laddove qui s'aveva a significare il costume di far quelle tali azioni. Datare alcuni dicono ch'è lo stesso che dare. {+(Indice a Plauto).} Vedete come s'ingannino, e sbaglino la proprietà dell'idioma latino. Il Forcellini lo chiama frequentativo di dare, e portando un passo di Plinio maggiore, Themison (medico) binas non amplius drachmas (di elleboro) datavit * , spiega dare consuevit * . Ma il costume è cosa continua {(quando anche l'azione non è continua)} e non già frequente, e la frequenza viceversa non importa costume. E quando Plauto in altro luogo (Mostell. 3. 1. vers. 73.) dice
Tu solus, credo, foenore argentum datas *
;  1150 e Sidonio (l. 5. ep. 13.), ne tum quidem domum laboriosos redire permittens, cum tributum annuum datavere, * usano il continuativo in luogo del positivo, perchè hanno a significare non il semplice atto di dare, ma il costume di dare, che è cosa nè semplice nè frequente, ma continua. {+Da sputus o sputum di spuere, sputare. Iamdudum sputo sanguinem * , dice Plauto, cioè soglio sputar sangue, e non avrebbe potuto dire spuo. V. in tal proposito Virgil. Georg. 1. 336, receptet. Ricettare e raccettare in italiano non è azione venti volte più continua, o durevole ec. di ricevere? V. anche resultat Georg. 4. 50. ed osserva il risultare ital. franc. e spagn.} {{Puoi vedere p. 2349.}}
[1150,1]  Da ostentus di ostendere, participio, a quel che pare, più antico di ostensus, ebbero i latini il continuativo ostentare.
[1150,2]  Altera manu fert lapidem, panem ostentat altera * disse Plauto (Aulul. 2. 2. vers. 18.), e non avrebbe potuto dir propriamente ostendit, volendo significar uno che quasi {ti} mette quel pane sotto gli occhi, perchè {tu} non solamente lo veda, ma lo guardi. E Cic. metaforicamente (Agrar. 2. c. 28.): Agrum Campanum quem vobis ostentant, ipsi cuncupiverunt. * Ponete ostendunt invece di ostentant, e vedrete come l'azione diventa più breve, e la sentenza snervata e inopportuna. Lo stesso dico delle altre metafore di ostentare per iactare, gloriari, venditare e simili, tutti significati continuati. (8.-9. Giu. 1821.). {{V. p. 2355. principio.}}