12. Giugno 1820.
[123,1] L'efficacia del materiale e dello straordinario anche
a questi tempi si può arguire fra le mille altre cose dal fatto ultimamente
accaduto di quei giovani alunni di S. Michele di Roma usciti tutti in folla
e andati al palazzo papale a reclamare sotto le finestre del Ministro contro gli
abusi dell'amministrazione dell'ospizio. Un memoriale presentato in nome di
tutti loro, sarebbe stato indizio dello stessissimo malcontento, ma non avrebbe
fatto lo stesso effetto. Da questo caso si può anche argomentare quanto il
complotto sia più facile nei convitti e nella milizia, dove ciascuno
considerando gli altri come compagni {e camerate,} ci
pone più confidenza.
[123,2] Lo spatrio cioè il trapiantarsi d'un paese in un altro
era {possiamo dire} ignoto agli antichi popoli civili,
finchè durò la loro civiltà, segno di quanto fosse il loro amor patrio, e l'odio
o disprezzo degli stranieri. Al contrario quando declinarono alla barbarie. (V. Montesquieu
Grandeur ec. ch. 2. p. 20. fine e ch. 16.
p. 179 e la nota 6.) Le colonie non erano altro che ampliazioni della
patria, dove ciascuno restava fra' suoi compatriotti, colle stesse leggi,
costumi ec.
[124,1]
124 La cagione di quella contentezza di noi stessi che
proviamo nel leggere le vite o le gesta dei grandi e virtuosi (v. Montesquieu l.
c. ch. 16. p. 176.) è che (eccetto i malvagi di professione e di
coscienza, i quali certo non provano questo effetto) l'uomo o è buono, o mezzo
buono mezzo cattivo, come la maggior parte, nel qual caso ciascuno sente che
l'istinto suo naturale e la sua destinazione è la virtù, e si considera appresso
a poco come virtuoso. Ora quello che gli dà una grande idea della virtù e gli
mostra coll'esempio a che cosa porti, e come si faccia ammirare, accresce l'idea
di se stesso, ancorchè uno non vi rifletta, cioè ingrandisce l'opinione e la
stima di quella qualità, che ciascuno, anche senza avvedersene {distintamente,} sente esser naturale in lui, e propria
del suo essere. Così dico del coraggio, e dell'eroismo ec. Oltre che
quell'esempio e la lode e la fama risultatane a quei grandi uomini, servendo
come di sprone ad imitarli, ciascuno in quel momento perchè prova un certo
desiderio benchè ordinariamente inefficace di fare altrettanto, si crede capace
confusamente di farlo se si presentasse l'occasione, la quale è lontana, e in
lontananza si vedono molte belle cose, e si fanno molti bei propositi. Omero farà sempre in tutti questo
effetto, e un francese diceva che gli
uomini gli parevano un palmo più alti quando leggeva Omero. Per questo lato anche i cattivi sono
suscettibili del detto effetto. (12. Giugno 1820.).