2. Luglio 1821.
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Alla p. 1205
marg. Queste differenze s'incontrano a ogni passo dentro una medesima
nazione, secondo i dialetti ec. Ed osserviamo ancora come l'assuefazione e l'uso
ci renda naturale, bella ec. una parola che se è nuova, o da noi non mai intesa
ci parrà {bruttissima}
{deforme, sconveniente in se stessa e riguardo alla lingua,
mostruosa,} durissima, asprissima e barbara. Per es. se io dicessi precisazione moverei le risa: perchè? non già per la
natura della parola, ma perchè non siamo assuefatti ad udirla. E così le parole
barbare divengono buone coll'uso; e così le lingue si cambiano, e i presenti
italiani parlano in maniera che avrebbe stomacato i nostri antenati; e così
l'uso è riconosciuto per sovrano signore delle favelle ec. (2. Luglio
1821.).