15. Luglio 1821.
[1326,3] Molte cose si trovano, molte particolarità nelle
forme umane (così dico del resto), che sono sul confine della grazia e della
deformità, o del difettoso,
1327 e ad altri paiono
graziose, ad altri paiono difetti, ad altri piacciono, ad altri formalmente
dispiacciono, o anche arrivano a piacere e dispiacere alla stessa persona in
diverse circostanze. {+La qual cosa
conferma come il grazioso derivi dallo straordinario, cioè da quello ch'è
fuor dell'ordine sino a un certo punto.} Certo è che l'uomo o la donna
può fare in modo, che, s'ella ha difetti anche notabili, anche gravi, quegli
stessi le servano a farsi maggiormente amare, a rendersi piacevole {e desiderata,} e più delle altre, appunto nel mentre che
si conosce la sua imperfezione. (Questo dico sì dei difetti fisici come morali
ec.) E ciò per mezzo di giudiziosi contrapposti nella convenienza, garbo, brio
del portamento ec. ec. ec. in maniera che quel difetto venga piuttosto a dare
risalto al bello e al conveniente, che a distruggerlo, ancorchè sia gravissimo.
Di ciò son frequenti gli esempi, e spesso ridicoli ec. (15. Luglio
1821.).