25. Luglio 1821.
[1386,1] Quanto la civilizzazione per sua natura tenda a
conformare gli uomini e le cose umane, come questo sia l'uno de' principali suoi
fini, ovvero de' mezzi principali per conseguire i suoi fini, si può vedere
anche nella lingua, nell'ortografia, nello stile largamente considerato, nella
letteratura ec. Tutte cose tanto
1387 più uniformi in
una nazione, quanto ella è più civile, o si va
civilizzando di mano in mano, e tanto più varie quanto ella è più lontana dalla
civiltà perfetta, o più vicina a' suoi principj ec. E ne' principii tutte queste
cose furono sommamente varie, incerte, discordi, arbitrarie ec. presso qualunque
nazione delle più colte oggidì. {+Lo
stabilire e il formare o l'essere stabilita e formata una lingua
un'ortografia ec. non è quasi altro che uniformarla. Giacchè sia pur ella
regolarissima in questo o quello scrittore o parlatore, ella non è stabilita
nè formata nè buona se non è uniforme nella nazione; e sia pure
irregolarissima (come la greca ec.) ella è stabilita ec. quando in quel tale
stato ella è riconosciuta, intesa e adoperata stabilmente e regolarmente dalla nazione. Allora
l'irregolarità è regola, e nel caso contrario la regolarità è
irregolare.}
(25. Luglio 1821.). {{V. se vuoi, pp. 1516-17.}}