Navigation Settings

Manuscript Annotations:
interlinear {...}
inline {{...}}
attached +{...}
footnote #{...}
unattached {...}
Editorial Annotations:

Correction Normalization

2. Agos. 1821.

[1435,1]  Il piacere che si prova della purità della lingua in uno scrittore, è un piacere fattizio, che non nasce se non dopo le regole, e quando è più difficile il conservare detta purità, ed essa meno spontanea e naturale. I trecentisti ne se doutoient point di questo piacere ne' loro scrittori, che sono il nostro modello a quello riguardo. E quegli scrittori non pensavano nè di aver questo pregio, nè che questo fosse un pregio ec. come si può vedere dalle molte parole provenzali, Lombarde, genovesi, arabe, greche storpiate, {latine} ec. che adoperavano in mezzo alle più pure italiane. Gl'inglesi la cui lingua non è stata mai soggettata a più che tanta regola, ed ha mancato e manca di un Vocabolario autorizzato, forse non sanno che cosa sia purità di lingua inglese. Questo piacere deriva dal confronto, e finchè non vi sono  1436 scrittori o parlatori impuri (riconosciuti per tali, e disgustosi), non si gusta la purità della lingua, anzi neppur si nomina nè si prescrive, nè si cerca, benchè senza cercarla, si ottenga. Ho già detto altrove pp. 1325-26 che i toscani sono meno suscettibili di noi alla purità della lingua toscana, e infatti se ne intendono assai meno di noi, oggi che vi sono regole, {e che la purità dipende da esse,} e fin da quando esse nacquero; perch'essi non le sanno, non le curano, e fin d'allora, generalmente parlando, non le curarono. (Varchi, e Speroni. V. Monti Proposta ec. alla v. Becco, nel Dialogo del Capro.) Tutto ciò accade presso a poco anche in ordine alla purità dello stile {ec. ec.} {{(2. Agos. 1821.)}}