5. Sett. 1821.
[1631,2] Chi vuol vedere l'effetto della civiltà sul vigore
del corpo, paragoni gli uomini civili ai contadini o ai selvaggi, i contadini
d'oggi a ciò che noi sappiamo del vigore antico. ec. (Omero, com'è noto, assai spesso chiama l'età sua
degenerata dalle forze de' tempi troiani.) Osservi di quanto è capace il corpo
umano, vedendo l'impotenza nostra assoluta di far ciò che fa il meno robusto de'
villani; i pericoli a cui noi ci esporremmo volendo esporci a qualcuno de' loro
patimenti; le vergognose usanze quotidiane di fuggir l'aria il sole ec. di
maravigliarsi come il tale o tale abbia potuto affrontarlo per questa o quella
circostanza; le malattie o incomodi che tutto giorno si pigliano per un
1632 menomo strapazzo del corpo, o fatica di mente ec.
e poi dica se la civiltà rafforza l'uomo; accresce la sua capacità e potenza; se
gli antichi si maraviglierebbero o no della impotenza nostra; se la natura
stessa se ne debba o no vergognare; e se noi medesimi non lo dobbiamo, vedendo
sotto gli occhi per l'una parte di quanto sia capace il corpo umano, senza
veruno sforzo straordinario, e per l'altra di quanto poco sia capace il nostro.
(5. Sett. 1821.).