7. Sett. 1821.
[1650,1] Quanto l'immaginazione contribuisca alla filosofia
(ch'è pur sua nemica), e quanto sia vero che il gran poeta in diverse
circostanze avria potuto essere un gran filosofo, promotore di quella ragione
ch'è micidiale al genere da lui professato, {e viceversa il
filosofo, gran poeta,} osserviamo. Proprietà del vero poeta è la
facoltà e la vena delle similitudini. (Omero ὁ ποιητής n'è il più grande e fecondo modello). L'animo in
entusiasmo, {nel caldo della passione qualunque ec.
ec.} discopre vivissime somiglianze fra le cose. Un vigore anche
passeggero del corpo, che influisca sullo spirito, gli fa vedere dei rapporti
fra cose disparatissime, trovare dei paragoni, delle similitudini astrusissime e
ingegnosissime (o nel serio o nello scherzoso), gli mostra delle relazioni a cui
egli non aveva mai pensato, gli dà insomma una facilità mirabile di ravvicinare
e rassomigliare gli oggetti delle specie le più distinte, come l'ideale col più
puro materiale, d'incorporare vivissimamente il pensiero il più astratto, di
ridur tutto ad immagine, e crearne delle più nuove e vive che si possa credere.
{+Nè ciò solo mediante espresse
similitudini o paragoni, ma col mezzo di epiteti nuovissimi, di metafore
arditissime, di parole contenenti esse sole una similitudine ec. Tutte
facoltà del gran poeta, e tutte contenute e derivanti dalla facoltà di
scoprire i rapporti delle cose, anche i menomi, e più lontani, anche delle
cose che paiono le meno analoghe ec.} Or questo è tutto il filosofo:
facoltà di scoprire e conoscere i rapporti, di legare insieme i particolari, e
di generalizzare. (7. Sett. 1821.). {V.
1651
p. 1654.
principio.}