17. Sett. 1821.
[1726,1]
1726 L'assuefazione ed esercitazione del corpo,
indipendente dallo spirito, va come quella o del puro spirito, o in certo modo
composta, e dipendente in parte da lui. Anch'essa si divide in generale e
particolare. L'esercitazione generale del corpo, rende capaci o meglio disposti
alle facoltà particolari. Il corpo si rende capace di agire, di soffrire ec. a
forza di fare di agire, di soffrire. Prima di ciò egli non ne ha che la
disposizione. Una nuova sofferenza
riesce più o meno facile, secondo che il corpo è generalmente abituato a
soffrire. Così un nuovo genere di azione. Vi sono poi le assuefazioni
particolari a questa o quella sofferenza, azione, ec. che nel mentre che
contribuiscono all'assuefazione generale, ed a facilitare le altre sofferenze ed
azioni, rendono però particolarmente facile quella tale ch'è il loro soggetto.
Per acquistare simili assuefazioni e facoltà corporee, la forza ec. {sì generali che particolari,} altri hanno bisogno di
più, altri di meno esercizio, secondo la diversa disposizione naturale {o accidentale} degl'individui; altri possono arrivare
più, altri meno avanti; altri acquistare più, altri meno facoltà, ed altri
queste, altri quelle ec.
1727 ec. Chi ha aquistate più
assuefazioni o facoltà, o chi ha acquistata questa o quella in maggior grado,
chi ha insomma più o meglio assuefatto ed esercitato il suo corpo, acquista più
facilmente e con meno esercizio le altre assuefazioni e facoltà, anche quelle
che prima sembravano affatto aliene o difficilissime alla sua natura. ec. ec. ec. (17. Sett.
1821.).