20. Sett. 1821.
[1752,1]
Alla p. 1681.
marg. Tali persone, da premesse evidentemente concepite, deducono
{{in buona fede}} bene spesso delle conseguenze
diversissime, o anche al tutto contrarie a quelle che ne tira il comune degli
uomini (intendo di quegli uomini ai quali appartiene ciò che si chiama senso
comune, e che sono {poi} l'infinitesima parte del
genere umano). Ovvero da una premessa evidente e infallibile, fanno dipendere
una minore, che secondo il comune degli uomini o non vi ha niente che fare, o
contraddice alla maggiore, o a quella minore, che, secondo il comun senso,
inevitabilmente risulta dalla maggiore, ed è anche l'unica che ne risulti. (Così
dico della maggiore rispetto alla minore, o alla conseguenza). Così pure dalla
conseguenza risaliranno a una maggiore, o una minore affatto contraria, o
disparata, o ad ambedue le premesse di tal natura. Questo è ciò che forma le
teste storte (quante sono
1753 le dritte?) che non si
persuadono co' più palpabili raziocinii; che sono quasi affatto esenti dalla
forza della ragione e del senso comune, e indipendenti dagli stessi fondamentali
principii del ragionamento; che all'improvviso ti scappano d'un fianco con una
conclusione tutta contraria alle premesse, non già per ostinazione, ma per
intima persuasione, e per dettame del loro raziocinio, e perchè il loro senso,
la loro facoltà di ragione è fatta così. (20. Sett. 1821.).