21. Sett. 1821.
[1754,1] Una persona niente avvezza alla buona lingua
italiana, chiama e giudica affettato tutto ciò che ha qualche sapore d'italiano,
ancorchè disinvoltissimamente scritto, e lontanissimo dall'anticato. E gli
antichi scrittori italiani, se non può chiamarli affettati, li giudica però
stranissimi, e di pessimo gusto in fatto di lingua; e così forse accade a tutti
noi italiani moderni, finchè non ci avvezziamo a quella lingua, e appoco appoco
la troviamo meno strana,
1755 e finalmente bellissima.
Qual è dunque il tipo dell'affettato e inaffettato, e del buon gusto in
letteratura ec. ec.? La sola assuefazione ch'è tanto varia quanto gl'individui,
e mutabile in ciascun individuo. (21. Sett. 1821.).