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20. Sett. 1821.

[1749,1]  Forza dell'assuefazione e dell'opinione sul bello ec. Ho detto altrove pp. 1212-13 che l'assuefazione ci fa parer passabile ed anche bello, ciò che da principio ci parve brutto, o ci sarebbe paruto, se non vi fossimo stati sempre assuefatti ([v. il pensiero seguente]). Or figuratevi di vedere per un momento una tal persona, verso cui vi troviate in detta circostanza, e di vederla senza riconoscerla. Ella vi parrà subito brutta, e un momento dopo vi tornerà (riconoscendola) a parer passabile o bella. Questa osservazione si dee riferire non solo alle forme, ma anche ai moti, alle maniere, al contegno, al tratto ec. di coloro a cui siamo assuefatti. Non riconoscendoli vi parranno brutti, e riconoscendoli ritratterete in un punto il vostro giudizio. Viceversa dico di chi o per antipatia, o per altre diversissime circostanze, che in vari luoghi ho annoverate, ci soglia essere  1750 in concetto di brutto o spiacevole, e che sia veduto da noi senza riconoscerlo. Spesso ti sarà accaduto di vedere una persona che passi per bella, o che a te stesso sia paruta o paia tale, e vederla senza conoscerla, o senza riconoscerla, e non parerti bella; e riconoscendola o conoscendola, mutare immediatamente il giudizio. Viceversa dico di una persona che passi per brutta, o tale tu l'abbi giudicata, o giudichi ec. Tutto ciò si deve applicare ad ogni altro genere di bello o brutto indipendente dalle forme o maniere e costumi umani, ed indole umana ec., ed appartenente p. e. alla letteratura, alle arti ec. (20. Sett. 1821.).