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21. Sett. 1821.

[1758,1]   1758 Alla p. 1723. Il caso della persona che ho detto, era poi similissimo a quello insomma di tutte le persone non assuefatte alla musica, e massime delle persone rozze, e del volgo. E derivava non solo da poca delicatezza {naturale} di orecchio o di organi interiori, ma da poca assuefazione dei medesimi, e dal non essersi conformati mediante l'esercizio, in modo che quello che naturalmente non è piacevole, o poco, lo divenisse in virtù della disposizione acquisita. Quella persona e il volgo, non amano che i suoni forti ec. come tutte le persone e popoli rozzi ec. non amano che i colori vivi, e non trovano alcun piacere nei delicati e dolci, che ad essi paiono smorfiosi e svenevoli e da riderne. V. la p. 1668. capoverso 1. I piaceri in grandissima parte non sono piaceri, se non in quanto noi ci siamo fatti delle ragioni e delle abitudini, perchè lo sieno. (21. Sett. 1821.).