14. Ott. 1821.
[1913,2] Ciascuno è in grado di giudicar brevissimamente da
se stesso, se il bello o il brutto possa mai essere assoluto. Consideriamo
astrattamente la bruttezza di un uomo il più brutto del mondo. Che ragione ha
ella in se per esser bruttezza? Se tutti o la maggior parte degli uomini fossero
così fatti, non sarebb'ella bellezza? Così discorro d'ogni altro genere di bello
o di brutto. Come quello ch'è schifoso per noi, non è schifoso per se stesso, e
ad altro genere di esseri, o di animali, può riuscire e riesce
1914 tutto il contrario; come nessun sapore nè odore
ec. è spiacevole o piacevole per se e per essenza, ma accidentalmente; così
nessuna bellezza o bruttezza è tale per se, ma rispetto a noi, ed accidentale, e
non inerente in alcun modo all'essenza del subbietto. (14. Ott.
1821.).