14. Ott. 1821.
[1916,1] Molte parole che in una lingua sono triviali e
volgari, molte applicazioni o di parole o di frasi che in quel tal senso sono
ordinarissime nella lingua da cui si prendono, riescono elegantissime e
nobilissime ec. trasportandole in un'altra lingua, a causa del pellegrino.
Questo è ciò che accade a noi spessissimo trasportando nell'italiano, voci o
frasi latine. Sarebbe ben poco accorto chi trovandole volgari e dozzinali in
latino, le credesse per ciò tali in italiano. Se in latino sono comuni e plebee,
in italiano possono essere del tutto divise dal volgo e nobilissime.
Elegantemente il Petrarca nel Proemio:
1917
Ma ben veggi'or sì come al popol tutto
Favola fui gran tempo. *
E pur questa frase potè ben essere molto, se non altro usitata, anche nel parlar latino, dove sappiamo che fabulare, e fabula si adopravano comunemente per parlare chiacchierare, giacchè n'è derivato il nostro favellare e favella, e lo spagnuolo fablar, oggi hablar. Ma favola in nostra lingua oggi non vuol dir propriamente altro che novella falsa; ond'è che presa questa voce nel detto senso riesce elegantissima e di più riceve presso noi un'intelligenza quanto significativa, tanto diversa da quella che le davano i latini nella frase simile, dove usurpavano fabula, per favella o ciancia.
Ma ben veggi'or sì come al popol tutto
Favola fui gran tempo. *
E pur questa frase potè ben essere molto, se non altro usitata, anche nel parlar latino, dove sappiamo che fabulare, e fabula si adopravano comunemente per parlare chiacchierare, giacchè n'è derivato il nostro favellare e favella, e lo spagnuolo fablar, oggi hablar. Ma favola in nostra lingua oggi non vuol dir propriamente altro che novella falsa; ond'è che presa questa voce nel detto senso riesce elegantissima e di più riceve presso noi un'intelligenza quanto significativa, tanto diversa da quella che le davano i latini nella frase simile, dove usurpavano fabula, per favella o ciancia.
[1917,1] Parimente discorro in ordine ad altre lingue, alle
parole e frasi italiane, o usi diversi delle medesime, passate nello spagnuolo,
e viceversa. ec. ec. (14. Ott. 1821.).