17. Ott. 1821.
[1934,1] Dico che l'effetto della musica spetta
principalmente al suono. Voglio intender questo. Il suono (o canto) senz'armonia
e melodia non ha forza bastante nè durevole anzi non altro che momentanea
sull'animo umano. Ma viceversa l'armonia o melodia senza il suono o canto, e
senza quel tal suono che possa esser musicale, non fa nessun effetto. La musica
dunque consta inseparabilmente di suoni e di armonia, e l'uno senza l'altro non
è musica. Il suono in tanto è musicale in quanto armonico, l'armonia, in quanto
applicata al suono. Sin qui le partite sarebbero uguali. Ma io attribuisco
l'effetto principale al suono perch'esso è propriamente quella
1935 sensazione a cui la natura ha dato quella
miracolosa forza sull'animo umano (come l'ha data agli odori, alla luce, ai
colori); e sebbene egli ha bisogno dell'armonia, nondimeno al primo istante, il
puro suono basta ad aprire e scuotere l'animo umano. Non così la più bella
armonia scompagnata dal suono. Di più se il suono non è gradevole, cioè non è
{di} quelli a cui la natura diede la detta forza,
unito ancora colla più bella armonia, non fa nessun effetto; laddove uno dei
detti suoni gradevoli ec. unito ad un'armonia di poco conto, fa effetti
notabilissimi.
[1935,1] Del resto accade nella musica come negli oggetti
visibili. La luce e il suono ricreano e dilettano per natura. Ma il diletto
dell'una e dell'altro non è nè grande nè durevole, se non sono applicati, questo
all'armonia, quella, non solo ai colori (che i colori son come i tuoni, e di
poco durevole diletto, sebben più durevole di quello della luce semplice o del
bianco) ma agli oggetti
1936 visibili o naturali o
artefatti, come nella pittura, che applica, distribuisce ed ordina al miglior
effetto i tuoni della luce, come l'armonia quelli del suono. I colori non hanno
che fare coll'armonia, ma hanno un altro modo di dilettare. I tuoni del suono
non hanno se non l'armonia, a cui possano essere dilettevolmente applicati.
(17. Ott. 1821.).