22. Ott. 1821.
[1967,2]
Alla p. 1946.
I francesi ignoranti, o poco avvezzi a scrivere, o fanciulli, o principianti,
gli stampatori ec. cadono frequentemente in errore scrivendo o stampando come
pronunziano, cioè in luogo della lettera o sillaba che la loro ortografia
prescrive, ponendo quella che nell'alfabeto francese risponde alla pronunzia di
quella medesima lettera o sillaba, p. e. in luogo di en scrivendo o stampando an, in luogo di au, o ec. e parimente
lasciando quelle lettere o sillabe che benchè secondo la loro ortografia si
debbano scrivere, non si pronunziano, o viceversa ec. Ciò, che
1968 non accade certo agl'italiani {se non quando pronunziano male ec.,} che altro dimostra se non
l'imperfezione della scrittura francese ec., e ch'essa scrittura non
corrispondendo al loro alfabeto, non corrisponde effettivamente alla pronunzia,
e non è naturale? ec.
[1968,1] Del resto quando i francesi gl'inglesi ec.
pronunziando il latino come la loro lingua, lo pronunziano in modo diverso da
quello in cui pronunziano gli stessi segni nell'alfabeto latino, come vorranno
persuaderci che la loro pronunzia latina, possa esser tanto vera o verisimile
quanto la nostra? Chi vorrà credere che la scrittura latina avesse questo
immenso difetto di corrispondenza colla pronunzia, ch'è solamente proprio delle
dette lingue moderne, per le circostanze che altrove ho accennate pp.
1659-60, e che è naturalmente ignoto ad ogni scrittura ben
ordinata?
[1968,2] Quanto alla vera ed antica pronunzia dei segni
isolati nell'alfabeto latino ce n'istruiscono espressamente qua e là gli
scrittori latini, e ci dimostrano ch'essa non era certo inglese nè tedesca ec.
Gli stessi dittonghi
1969 latini, la cui pronunzia non
risponde oggi al valor di quei segni nell'alfabeto latino, si pronunziavano
anticamente com'erano scritti, cioè ae si pronunziava,
come insegna la santacroce, a ed e non e, e non come au o ai si pronunziano in francese o ed e, in luogo che il loro
alfabeto vorrebbe a ed u,
a ed i. (22. Ott.
1821.).