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22. Ott. 1821.

[1970,3]  In tutte le congiugazioni, anzi in tutti i verbi di tutte tre le lingue figlie della latina, la caratteristica inseparabile dal futuro indicativo si è la r. Al contrario nelle congiugazioni latine che noi conosciamo, nel cui futuro indicativo la r non è mai caratteristica, e non entra  1971 mai nella desinenza. Or questa qualità delle dette tre lingue, non può attribuirsi alla corruzione particolare che ricevette la lingua latina in Francia, Spagna, italia, indipendentemente l'una dall'altra; ma essendo comune, e costantissima in tutte tre, manifesta chiaramente un'origine comune. Or questa non essendo la lingua latina scritta, non può essere altro che l'antica volgare ugualmente diffusa e comunicata alle tre nazioni. Mi par dunque evidente che nel latino volgare la caratteristica di tutti i futuri indicativi fosse la r. Questa proprietà del volgare latino, mi par che s'abbia da tenere per dimostrata. Credo verisimile che esso volgare in luogo del futuro indicativo, usasse il futuro congiuntivo, la cui caratteristica è sempre la r nel latino che noi conosciamo. Così p. e. il futuro congiuntivo legero, corrisponde appuntino all'italiano leggerò, e ne viene ad esser la fonte.  1972 Ed infatti osservo che sebbene regolarmente la r sia del tutto esclusa dalla desinenza del futuro indicativo nel latino scritto, nondimeno ella è caratteristica come presso noi in parecchi verbi latini anomali o difettivi ec. il cui futuro indicativo ha appunto la desinenza, che ha il futuro soggiuntivo negli altri verbi. Per esempio, ero, potero ec. ec. odero, meminero ec. {{odierò, potrò ec.}} Ora i verbi {(o nomi)} anomali o difettivi ec. sogliono essere i più antichi in ciascuna lingua, e certo indizio dell'antico costume, e delle proprietà di essa, siccome d'altronde il volgare di ciascuna lingua è il maggior conservatore delle sue antiche proprietà.
[1972,1]  Intendo sempre parlare delle congiugazioni attive, non delle passive che le nostre lingue non hanno. Sicchè se la r è caratteristica del passivo futuro indicativo latino, ciò non fa punto al caso nostro, oltre ch'ella occupa quivi un altro luogo, cioè chiude la desinenza {della prima persona,} laddove ne' nostri futuri precede  1973 l'ultima vocale {nella stessa persona.} (22. Ott. 1821.).