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26. Ott. 1821.

[1992,1]  Alla p. 1108. principio. Da quietus di quiescere abbiamo quietare e quietari non nell'uso degli antichi, ma nella testimonianza di Prisciano, il quale (l. 8. p. 799. Putsch.) gli annovera tra quei verbi che suonano lo stesso nella voce attiva e nella passiva. Ne fa pur testimonianza il Quietator di due medaglie di Diocleziano, il qual nome non può venire che da quietatus part. pass. come tutti gli altri dello stesso genere. Or questi verbi il Forcellini gli spiega quietum facere pacare tranquillare. E veramente questa è la significanza del nostro quietare, quetare, chetare, acquetare, acquietare, acchetare. Nondimeno lo spagnuolo quedar che è tutt'uno con quietare, come quedo  1993 aggettivo non è se non quietus, e che da quietarsi, posarsi, fermarsi, passò finalmente a significare, come oggi significa, restare, dimostra che il latino quietare {o quietari} fu, se non presso gli scrittori, certo presso il volgo, un puro e manifesto continuativo di quiescere, {+ non solo nella forma, ma} anche nella significazione. {+Gli spagnuoli hanno anche quietar nel nostro significato di quietare. Verbo certamente non antico nè primitivo nella loro lingua (bensì sossegar), ma dagli scrittori introdotto poi, prendendolo dall'italiano o dal latino. Infatti contro il costume spagnuolo, esso ha il dittongo ie nell'infinito ec. il che lo dimostra per forestiero. Col dittongo l'ho trovato non solo nel Vocabolario ma ne' buoni scrittori.} V. il Glossar. (26. Ott. 1821.).