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8. Nov. 1821.

[2073,1]   2073 Escludere affatto la materia dall'essenza di Dio, non è altro che togliergli una maniera di essere, e quindi una perfezione dell'esistenza, vale a dire togliergli un'esistenza completa, cioè in tutti i modi possibili, e crederlo incapace di esistere materialmente, quasi ciò per se stesso fosse un'imperfezione; o che quegli che esiste materialmente, non potesse anche esistere immaterialmente, e dovesse per necessità esser limitato. Anzi sarebbe limitato quell'essere che non esistesse nè potesse esistere materialmente, e quindi imperfetto, cioè incompleto nella sua essenza, secondo l'unica idea che noi possiamo formarci di una perfezione assoluta, la quale non può essere se non un'essenza che abbracci tutti i possibili modi di essere. Ora la materia è un modo di essere non solo possibile, ma reale, e tanto ch'è l'unico modo reale che noi possiamo effettivamente conoscere, e distintamente immaginare; nè solo noi, ma tutte le creature che noi distintamente  2074 ed effettivamente possiamo conoscere, o conosciamo, non possono immaginare o sentire altro modo di essere. Nè perchè Dio esistesse materialmente, sarebbe materiale, ma abbraccierebbe anche la materia nella sua essenza; il che è certo e convenuto anche fra' teologi, che riconoscono in Dio il tipo, e l'idea, o la forma e la ragione antecedente di tutte le cose possibili, e maniere di essere. Or come potrebbe l'essenza di Dio perfettamente abbracciare e contenere la forma e il modo di essere della materia (unica forma e modo che appartenga a tutto quel creato ed esistente che noi conosciamo) o di qualunque altra natura possibile, s'egli non esistesse materialmente e in qualunque altro modo possibile?
[2074,1]  Le contraddizioni che noi vediamo fra questi modi, le vediamo noi, ma, come spesso ho mostrato, non sono assolute, ma relative, e niente può impedire a Dio di esistere {tutt'insieme} in due o più modi che a noi paiono contrarii ec. ec. ec.  2075 (8. Nov. 1821.).