18. Nov. 1821.
[2114,1] Gli antichi pensatori Cristiani, S. Paolo,
2115 i padri, e
prima anche del Cristianesimo, i filosofi gentili, s'erano ben accorti di una
contraddizione fra le qualità dell'animo umano, di una lotta e nemicizia
evidente fra la ragione e la natura, di un impedimento essenziale ed ingenito
nell'uomo (qual era divenuto) alla felicità, e per conseguenza di una
degenerazione e corruzione dell'uomo, conosciuta e predicata anche nelle
antichissime mitologie.
[2115,1] Tutte queste autorità favoriscono dunque il mio
sistema, colla differenza che laddove coloro credevano corrotta e corruttrice la
natura, io credo la ragione; laddove essi l'uomo, io gli uomini; laddove essi
credevano sostanzialmente imperfetta cioè composta di elementi contraddittorii
l'opera di Dio, io credo tale l'opera dell'uomo, e a causa della sola opera
dell'uomo, credo non sostanzialmente, ma solo accidentalmente imperfetta l'opera
di Dio, e composta non di elementi contraddittorii, ma di qualità acquisite
ripugnanti
2116 alle naturali, o di qualità naturali
corrotte, ripugnanti fra loro, solo in quanto corrotte. Insomma laddove essi
vedevano un'immensa imperfezione nel sistema e nell'ordine primitivo dell'uomo,
io la vedo in questo sistema, in quanto e perchè s'è allontanato dal primitivo;
e laddove essi venivano a porre l'uomo quasi fuori della natura, dove tutto è sì
perfetto nel suo genere; io ve lo ripongo, e dico ch'egli n'è fuori solamente
perchè ha abbandonato il suo essere primitivo. ec. ec.
[2116,1] Ognun vede come quella opinione sia assurda, e
questa verissima e necessaria, mentre però tutte due derivano da una medesima
osservazione di fatto, posta la quale, a me pare impossibile il dedurne
conseguenze diverse dalle mie, e molto più il dedurne delle contrarie.
[2116,2] Del resto gli antichi e la massima parte de' moderni
(com'era naturalissimo) non hanno mai ben distinto quello ch'è ragione da quello
ch'è natura, quello ch'è primitivo dal puramente acquisito, quelle qualità o
disposizioni
2117 che sono in istato naturale, da
quelle che più non vi sono; hanno creduto mille volte, e credono tuttogiorno, la
ragione natura, gli effetti di quella, effetti di questa, essenza l'accidente,
necessario il casuale, naturale ciò che la natura con mille ostacoli aveva
impedito ec. ec. ec. Quindi non è maraviglia se caddero e cadono in
quell'assurdissimo scambio che ho detto, e se non possono conciliare le qualità
naturali dell'uomo con se stesse, (mentre fra queste pongono le artifiziali, e
le affatto contrarie alla natura, e ne scartano le naturalissime) nè possono
combinare le parti del sistema umano, nè conciliare la natura umana, col sistema
generale della natura, e colle altre singole parti di esso. (18. Nov.
1821.).