23. Nov. 1821.
[2153,2] Non solo l'egoismo o l'amor proprio si trova in
qualunque azione, affetto ec. possibile all'uomo, ancorchè paia il più lontano,
e il più contrario all'amor di se stesso, ma in questi medesimi atti, affetti
ec. l'amor proprio, v'ha tanta parte, vi si trova in misura e grado e forza
tale, l'uomo
2154 o il vivente vi mira tanto a se
stesso, quanto nell'azione o nell'affetto che deriva dal più sublimato, dal più
schietto, infame, manifesto egoismo.
[2154,1] Questo è notabile. Non solo l'uomo o il vivente non
può perdere l'amor proprio, ma neanche perderne una menoma parte in sua vita
(per quanto i diversissimi aspetti che prende questa passione possano far
credere in contrario). L'amor proprio non può, non solo svanire, ma scemar mai
di un menomissimo grado; e si può dire di lui ciò che della materia, che tanta
nè più nè meno ve n'ha oggi, e ve n'avrà, quanto al principio del mondo, e che
la sua quantità, non è mai nè cresciuta nè scemata di un nulla. Giacchè anche
l'amor proprio come non può scemare, così non può mai crescere in verun
individuo, dal principio della vita alla fine. (Altra prova, ed osservazione analoga a mostrare,
2155
che e come l'amor proprio sia
infinito.)
[2155,1] E per conseguenza egli è tanto in ciascun momento
della vita, quanto in ciascun altro; tanto nell'uomo che tradisce i doveri e i
principii suoi più sacri per proccurarsi un menomo piacere, quanto {+in colui che attualmente eseguisce il più
eroico e terribile sacrifizio per l'osservanza di un menomo dovere, o}
in colui che si uccide da se.
[2155,2] La massa dell'amor proprio è altresì precisamente la
stessa in ciascun vivente di qualsivoglia specie, perocch'essa è infinita, e {quindi}
non può essere maggiore nè minore in nessun individuo, non solo rispetto a
se, ma anche comparativamente a qualunque altro individuo possibile
pp. 2488. sgg.
(23. Nov. 1821.).