26. Nov. 1821.
[2171,1] Non solo alla lingua francese, (come osserva la Staël) ma anche a tutte le altre moderne, pare che la prosa
sarebbe più confacente del verso alla poesia moderna. Ho mostrato altrove [pp.
734-35] in che cosa debba questa essenzialmente consistere, e quanto
ella sia più prosaica che poetica. Infatti laddove leggendo le prose antiche,
talvolta desideriamo quasi il numero e la misura, per la poeticità delle idee
che contengono (non ostante che e per numero e per ogni altra qualità, la prosa
antica tenga tanto della versificazione); per lo contrario leggendo i versi
moderni, anche gli ottimi, e molto più quando ci proviamo a mettere noi stessi
in verso de' pensieri poetici, veramente propri e moderni, desideriamo la
libertà, la scioltezza, l'abbandono, {+la
scorrevolezza, la facilità, la chiarezza, la placidezza, la semplicità, il
disadorno, l'assennato, il serio e sodo,}
{la posatezza}, il piano della prosa,
2172 come meglio armonizzante con quelle idee che non
hanno quasi niente di versificabile ec. (26. Nov. 1821.).