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21. Dic. 1821.

[2266,1]  Alla p. 2250 marg. E il qu non formava sempre una sillaba sola, qualunque vocale egli precedesse? aequus, aequa, aequi, aequos, aeque ec. Non accade dire che il qu si considerava come consonante semplice. (v. il Forcell. in U, e in Q.) Nella pronunzia esso era (ed è anche oggi in italiano) non una semplice consonante, ma una vera sillaba, come cu, e lo sarà sempre per natura della  2267 favella umana; e quindi aequus, era naturalmente parlando, assolutamente trisillabo. E nondimeno i latini lo facevano sempre dissillabo.
[2267,1]  La considerazione dei dittonghi (fra' quali il qua que ec. non fu mai contato) mostra essa sola che i latini avevano realmente nella natura della loro pronunzia, massime anticamente, la proprietà di esprimere il suono delle vocali doppie in un solo tempo, cioè come una sola sillaba. Giacchè senza dubbio ai (antico) ae oe ec. si pronunziarono da principio sciolti, ma come una sola sillaba, dal che poi nacque, che si cominciassero a pronunziar legati, come accadde in grecia. {+Che l'antico dittongo ai si pronunziasse sciolto, e per conseguenza i dittonghi latini si pronunziassero così, ma che al tempo di Virgilio già si pronunziassero chiusi, osserva En. 3. 354. dove Virgilio avendo bisogno di una voce trisillaba, dice Aulai per aulae: e v. pure En. 6. 747. e p. 2367.} (L'italiano ha molti dittonghi e tutti si pronunziano sciolti: ma il volgo bene spesso li riduce ad una sola vocale, come in latino, dicendo p. es. celo p. cielo, sono per suono. {+Questo è anche costume de' poeti, e di altri ancora fra gli antichi. V. la p. seg.} ec. ec.) Sottoposta poi a regola la quantità delle sillabe, quelle vocali doppie che nell'uso eran divenute una sola (cioè ae ec.), si  2268 considerarono come formanti una sola sillaba, quelle che benchè in un sol tempo, tuttavia si pronunziavano tutte due (o fossero più di due) distintamente (come accade anche nell'italiano dove neppure il volgo, se non forse in qualche parte, dice pensero ec. e pure pensiero è per tutti 3sillabo[trisillabo]: gli antichi poeti, 500isti[cinquecentisti] ec. scrivevano anche volentieri pensero ec. v. le rime del Casa {e il Petr. di Marsand}), si considerarono come altrettante sillabe quante vocali erano ec. (21. Dic. 1821.). {+V. la Regia Parnassi in Aaron, e il Forcell. ibid.}